mercoledì 29 marzo 2006

La patente

Nel nostro Pese , così come in
tutti i Paesi civili , si deve avere
la patente o il diploma o l ‘ abilitazione
che dir si voglia per poter svolgere
molte attività .
Per condurre un ‘ automobile o un
autocarro é risaputo che ci vuole la
patente , per gestire una pizzeria o
un ristorante é necessaria l ‘ abilitazione
della Camera di Commercio
che ne certifichi l ‘ idoneità . Stessa
cosa se si vuole fare l ‘ ambulante , il
tabaccaio o il barista .
Per condurre la caldaia del riscaldamento
condominiale bisogna avere l
‘ apposito patentino .
Per andare a diporto con un motoscafo
di una certa dimensione , ci
vuole il permesso concesso dopo
apposito esame , così come serve l ‘
apposita autorizzazione che certifichi
la capacità di fare il meccanico di automobili
o di dare anticrittogamici nei
campi .
Si potrebbe proseguire a lungo elencando
in quanti settori sia obbligatorio
avere una certificazione di idoneità
per poter svolgere l ‘ attività desiderata
.
E’ giustissimo che sia così ! A parte
qualche noto eccesso di burocrazia ,
conforta sapere che l ‘ autista che
guida il pullman che stai usando é in
grado di farlo nel migliore dei modi o
che chi gestisce il riscaldamento
condominiale non ti farà saltare per
aria .
Insomma ci pare scontato giudicare
positivamente il fatto che in tutte le
più importanti attività di cui potremo
usufruire , sia garantito , attraverso
una selezione di idoneità , che non
saranno fatti grossi errori dovuti ad
ignoranza o impreparazione !
Un solo settore , forse il più importante
per il buon andamento della
società , é privo della consolante
certezza che gli operatori addetti abbiano
la patente necessaria ; si
tratta del settore politico .
Non ci riferiamo naturalmente agli
uomini politici che sono mandati a
rappresentarci .
Quelli sono , se mai , l ‘ effetto e
non la causa !
Ci riferiamo al sistema di gestione
della Democrazia nel nostro Pese
ed in altri Paesi ed in modo specifico
alla diffusa impreparazione politica
degli elettori di TUTTI i partiti
politici .
Basta parlare con la maggioranza
degli elettori per rendersi conto di
come , molto sovente , le motivazioni
delle scelte politiche , quali che
esse siano , non nascano da vere e
meditate convinzioni , ma bensì da
suggestioni , ignoranza , simpatie ed
antipatie e come la mancanza di razionalità
di queste scelte abbia le
sue radici nell’impreparazione politica
e nell’ignoranza .
Spesso si ignorano gli elementi basilari
di educazione civica . Non si conosce
la Costituzione , non si sanno
le funzioni delle Istituzioni né quali
devono essere i rapporti tra Cittadini
e Stato né si conoscono statuti e
programmi ufficiali dei vari partiti . Insomma
andare a votare può essere
come sparare in una stanza buia a
bersagli mobili..!!
Il potere che esce da questa base
é come una lotteria che non rappresenta
nessuno e che può essere
truccata ( alla faccia della “sovranità
popolare..!)
Con questo non diciamo di dare la
“patente” a tutti i Cittadini per poter
votare ( però.. non é una brutta suggestione..)
, ma perlomeno ci pare
necessario che nella scuola obbligatoria
i corsi di Educazione Civica
assumano un ben diverso spessore
comprendendo lo studio delle istituzioni,
quello dei diritti e dei doveri dei
Cittadini e dei governanti, la storia
dei partiti e divengano , oltre che una
cosa seria , una delle materie di insegnamento
fondamentali e che
pesino in modo determinante sulla
promozione o sulla bocciatura degli
studenti . Tra l ‘altro tutto ciò quadrerebbe
con il concetto , tanto sbandierato
e mai applicato di “..una scuola
non nozionistica , ma formativa ..”
Forse così potremo sperare , nel giro
di 20 - 30 anni , in una platea di Cittadini
- Elettori che sappiano esercitare
il loro diritto di Sovranità popolare
, votando a ragion veduta anziché
a dover assistere alla attuale esibizione
di “nani & ballerine” .
Potremo persino ragionevolmente
sperare che siffatti elettori , meno
sprovveduti , saranno capaci di sbarazzarci
per sempre di questa classe
politica corrotta , inaffidabile ,
truffaldina e parolaia..!!
Fino ad allora: ASTENSIONE!!!!


Alessandro Mezzano

martedì 28 marzo 2006

Militanza per l'astensione

MOVIMENTO NAZIONAL POPOLARE

 

FEDERAZIONE DI VERBANIA-CUSIO-OSSOLA



La Federazione del Movimento Nazionalpopolare del Verbano-Cusio-Ossola è attivamente impegnata nella campagna per l'ASTENSIONE in occasione delle prossime elezioni politiche.

Nella prima decade del corrente mese (gli ultimi giorni utili per le affissioni a pagamento) sono stati affissi nei principali centri della Provincia 300 manifesti invitanti all'astensione.

Da settimane (e per tutta la durata della campagna elettorale) all'esterno del muro della Federazione, nel pieno centro storico di Verbania-Intra, sono esposti 5 pannelli con altrettanti manifesti murali sui temi sociali e sempre invitanti all'astensione come protesta contro il bipolarismo fasullo e contro l'attuale legge elettorale falsamente democratica e rappresentativa. 

Continua inoltre la diffusione militante del volantino per l'astensione della Direzione Nazionale del MNP e di centinaia di copie del notiziario "La Vedetta" recante in prima pagina  l'invito all'astensione nonché un duro attacco agli sprovveduti e politicamente squalificati accordisti dell'ultima ora.

Venerdì 31 marzo durante l'annuale Cena tricolore dei Nazionalpopolari verranno consegnati ai partecipanti altre centinaia di volantini da distribuire nelle loro zone di appartenenza.

Lunedì 3 aprile infine, presso una sala della Famiglia Studenti di Verbania, si terrà la conferenza stampa dei dirigenti della Federazione su "Le ragioni dell'astensione", conferenza stampa alla quale sono state invitate tutte le testate e le televisioni locali.

 

Adriano Rebecchi

Segretario Provinciale MNP del Verbano-Cusio-Ossola 

lunedì 27 marzo 2006

ATTENZIONE BROGLI IN VISTA



ATTENZIONE BROGLI IN VISTA !!

 Il "Diario" di Enrico Deaglio è uscito oggi con un numero dedicato a
 possibili brogli elettorali dovuti allo scrutinio elettronico che sarà
 utilizzato per la prima volta in Italia nelle elezioni politiche grazie al
decreto legge del 3 gennaio 2006.
 Le regioni interessate sono quattro: Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, per
 un totale di 12.680 sezioni e undici milioni di elettori.
 Lo scrutinio elettronico prevede che un operatore inserisca i dati su un
 computer in ogni sezione, i dati vengano copiati su una chiavetta usb, le
 chiavi siano inserite in un computer che le invia quindi al Ministero
 dell'Interno.
 Questa operazione, non necessaria e non richiesta da nessuno, costa 34
 milioni di euro, è stata assegnata a trattativa privata per motivi di
 urgenza, "stante il brevissimo lasso di tempo disponibile" secondo Stanca,
 è  stata vinta, tra le altre aziende, da Accenture, EDS e Telecom Italia.
 Deaglio fa notare che il figlio del ministro dell'Interno Pisanu è partner
 in Accenture e che EDS è la società coinvolta nei presunti brogli
 elettorali in Florida nell'elezione di Bush.
 Deaglio aggiunge che in caso di contestazioni ci vorrebbero mesi per
confrontare il voto cartaceo con quello elettronico.
 Mesi di instabilità assoluta e con un Presidente della Repubblica in
 uscita.
 L'applicazione informatica usata per lo scrutinio elettronico è inoltre
 oggetto di contestazione da parte della Ales, un'azienda italiana che ne
 rivendica la paternità che a suo avviso le sarebbe stata sottratta dalla
 EDS e di cui pubblico la lettera che il suo amministratore mi ha inviato
 alcuni giorni fa insieme a un documento e un'intervista.
 

domenica 26 marzo 2006

Volantinaggio per l'astensione

MOVIMENTO NAZIONAL POPOLARE

 


 

Più buia la notte

 più luminosi i fuochi

 

 

COMUNICATO STAMPA

 

 

Questa mattina militanti del Movimento Nazional Popolare hanno diffuso a Roma nel popolare quartiere di Monte Mario, piazza Nostra Signora di Guadalupe e vie limitrofe, centinaia di volantini invitanti all'astensione alle prossime elezioni politiche. Tanti i consensi dei passanti stufi del partitismo di destra e di sinistra e indignati per la legge elettorale truffa che non consente le preferenze e vuole ingabbiare i cittadini italiani nella morsa di un bipolarismo che non funziona e non funzionerà.

L'azione militante del MNP  a favore dell'astensione continuerà nei prossimi giorni negli altri quartieri della capitale.

 

Il Movimento Nazional Popolare

Direzione Nazionale  Roma

TELEFAX n. 06/35344399

 

 

 

 

sabato 25 marzo 2006

Offerta speciale

A cura di Orientamenti e della Federazione della Stampa Antagonista

 

OFFERTA SPECIALE

 

L'intera collezione di Orientamenti, oltre venti fascicoli, a soli 20 euro + 6 euro di spese di spedizione

da versare sul conto corrente n. 56411630 intestato al

Movimento Nazional Popolare

 

Il nuovo Orientamenti, in preparazione, uscirà immediatamente dopo le elezioni politiche

venerdì 24 marzo 2006

Incontr/cena con Padre Tam

COMUNICATO

 

Organizzata dal MNP di Lodi, si
svolgerà il 30 marzo alle ore 20.30 nella città lombarda l'incontro-cena
con Padre Giulio Maria Tam.

Tutti coloro che volessero parteciparvi
possono contattare il responsabile del MNP di Lodi Elio Geri al
numero 360-422038

 

 

IL Movimento Nazional
Popolare

domenica 19 marzo 2006

Comunicato Stampa MNP

 


 

Movimento Nazional Popolare

 

COMUNICATO STAMPA

 

L'annunciato convegno promosso dal Movimento Nazional Popolare e svoltosi oggi a Roma presso l'Hotel delle Muse ha visto la partecipazione di numerosi e qualificati esponenti di gruppi e comunità convenuti da diverse parti d'Italia.

Nel corso di un dibattito molto interessante e partecipato che ha segnato una energica e definitiva presa di distanza da quanti, alleandosi con la CdL, hanno scelto l'inserimento nel sistema liberaldemocratico, entrando di fatto nell'orbita dei sudditi della Casa Bianca, i convenuti, nel ribadire una netta linea politica di opposizione alla tirannia del pensiero unico e di totale alternativa alla destra e alla sinistra che stanno portando il paese alla catastrofe economica, morale e politica, si sono pronunciati per l'astensione alle prossime elezioni politiche.

 La scelta astensionista, condivisa da migliaia di militanti in tutta Italia, è una scelta attiva e costituisce una dura presa di posizione non solo contro coloro che si sono prostituiti alla CdL, ma anche contro la legge elettorale vigente che consolida lo strapotere delle segreterie dei partiti e contro il bipolarismo che vorrebbe ingabbiare la protesta popolare che cresce nel paese.

  Già in molte città sono in diffusione manifesti e volantini che invitano i cittadini a disertare le urne.

I rappresentanti dei gruppi convenuti, al termine della riunione, si sono dati appuntamento a dopo le elezioni politiche per procedere alla costituzione di una Federazione di tutti i movimenti che non si sono compromessi nella presente tornata elettorale, prima fase di una collaborazione sempre più organica e organizzata che non trascurerà di mostrare la dovuta attenzione ai nuovi fermenti che si stanno manifestando anche fuori dalla nostra tradizionale area apolitica.

 

Il Movimento Nazional Popolare

Direzione Nazionale

Roma

telefax n. 06/35344399

    cell.          339/3547515

 

 

 

 

domenica 12 marzo 2006

CENTRI SOCIALI A MILANO


Di Alessandro Mezzano



Oggi 11 Marzo 2006, i "bravi ragazzi" dei centri sociali ( ma sociali di
che?, sociali di chi?) di Milano, per manifestare contro il fascismo ( ma
non era finito nel 1945, come dicono sempre?) hanno incendiato un'edicola e
diverse automobili.
Erano di proprietà di noti e feroci "fascisti" oppure di ignari cittadini e
lavoratori, di quelli che lavorano davvero e non come i "bravi ragazzi" dei
centri sociali che pensano solo a farsi delle canne con i 100 euro delle
mamme e che non hanno mai dato un colpo in tutta la vita..?
I cittadini, notoriamente feroci fascisti anche loro ( ma quanti cavolo ce
ne sono ancora..??) volevano linciarli ed i trucidi poliziotti hanno
rischiato calci e pugni per difenderli..( i coglioni..!!)
E se qualcuno dei "bravi ragazzi" ci avesse rimesso la pelle, sarebbe
diventato un altro martire della lotta proletaria come a Genova..

Lenin ha detto:".. la menzogna, in bocca ad un comunista, é una verità
rivoluzionaria.. "!!

La ricerca di notorietà e di visibilità televisiva ( ma che bei
narcisisti..!) spingono questi imbecilli delinquenti sociali ad azioni
eclatanti preordinate, anche perché l'esperienza insegna loro che comunque
vada godranno di una sorta di "immunità politica" dovuta alla codardia del
governo.
Contro questa violenza e contro questi delinquenti sociali nessun dialogo
( il dialogo ha senso solo tra realtà ragionevoli che desiderano
confrontarsi e non scontrarsi), ma una repressione dura, determinata ed
intransigente.

La violenza stupida e criminale non si discute; si schiaccia!!

Alessandro Mezzano








mercoledì 8 marzo 2006

Berlusconi allineato con i gangster di Washington

 



Berlusconi

avrebbe affermato che la battaglia per la democrazia sarà vinta “solo se trasformiamo il mondo in un’altra straordinaria America”; avrebbe affermato che il nostro “dovere è stare insieme all’America per portare avanti la guerra per la nostra libertà”; e avrebbe addirittura esplicitamente approvato l’ipotesi dell’one shot, l’attacco militare come ultima soluzione contro un paese che voglia usare armi di distruzione di massa, con ciò allineandosi sulle posizioni più oltranziste degli estremisti neoconservatori. "

Queste frasi di Berlusconi relative alla necessità dell'one shot  pronunciate davanti al congresso americano le ho sentite personalmente al giornale radio dalla sua bocca nel corso dei servizi sulla sua visita negli Stati Uniti. Non me le hanno raccontate e non le ho lette. Le ho proprio sentite con le mie orecchie.

Se ne deve vergognare lui e tutti quelli che lo sostengono in questa campagna elettorale.

 

Complimenti al Prof. Cardini, una delle poche voci coraggiose in questo paese allo sbando.

 

Nicola Cospito

 

Una denunzia nel silenzio
di Franco Cardini [08/03/2006]
Fonte:identitaeuropea.org

3 marzo 2006
 
In questo paese, in Italia, nel marzo del 2006, sta accadendo l’incredibile. Sta accadendo sotto gli occhi di tutti e nella generale indifferenza: al massimo, lo si fa oggetto di qualche miserabile speculazione elettorale alla vigilia della competizione del 9 aprile prossimo. Ma il problema è serio e inaudito. Qui la destra e la sinistra non c’entrano.

Chi scrive non è l’ultimo arrivato. Egli si è rivolto a tutti i sette quotidiani sparsi per tutta Italia ai quali abitualmente collabora chiedendo di poter denunziare l’accaduto con la massima energia: perché si tratta di emergenza. Gli si è opposto concordemente, sia pur con motivi e con tono differenti, la barriera del silenzio.


Lancio allora quest’appello, per chiunque voglia e possa accoglierlo.


Credo che tutti i cittadini ancora dotati d’un minimo di senso civico e di carità di patria si siano trovati a disagio dinanzi allo spettacolo della visita del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nei giorni appena trascorsi: specialmente dinanzi alle sue dichiarazioni di fedeltà incondizionata all’alleato statunitense iterativamente pronunziate, l’1 marzo dinanzi al Congresso degli Stati Uniti e il 2 successivo a bordo della portaerei in disarmo Intrepid, ora museo navale di Manhattan. Secondo il quotidiano “La Repubblica” del 3 marzo stesso, p.6 – al quale va attribuita la responsabilità di eventuali false o difettose citazioni – il Presidente del Consiglio avrebbe usato espressioni quali “Il nostro compito è quello di convincere tutti i paesi democratici a seguire l’America nella diffusione della libertà, che è l’unico modo per avere il benessere”; avrebbe affermato che la battaglia per la democrazia sarà vinta “solo se trasformiamo il mondo in un’a ltra straordinaria America”; avrebbe affermato che il nostro “dovere è stare insieme all’America per portare avanti la guerra per la nostra libertà”; e avrebbe addirittura esplicitamente approvato l’ipotesi dell’one shot, l’attacco militare come ultima soluzione contro un paese che voglia usare armi di distruzione di massa, con ciò allineandosi sulle posizioni più oltranziste degli estremisti neoconservatori. Mi chiedo e chiedo al Presidente della Repubblica e alla Corte Costituzionale se in queste parole non sia ravvisabile qualcosa di ancor più grave d’un’inaccettabile dichiarazione di sudditanza nei confronti d’una potenza straniera, sia pur alleata.


In un paese ancor dotato d’un minimo di senso di dignità nazionale e di consapevolezza di che cosa significhino libertà e indipendenza, queste parole avrebbero provocato non solo unanime sdegno, ma anche immediata apertura di un’inchiesta di colui che le ha formulate. Si sono viceversa avute solo fiacche reazioni politiche da parte degli avversari di Berlusconi; e, cosa ancor più incredibile, silenzio o addirittura assenso da parte di quelle forze della “Destra” che fanno parte del governo e che si presentano come tutrici dell’identità, dell’onore e degli interessi nazionali.


Opportunismo e complicità non possono arrivare fino a questo punto.


Ma, ancor più grave di questo, è stato un altro episodio che denunzio attingendo sempre al medesimo quotidiano e lasciando ad esso tutte le responsabilità sull’esattezza di quanto è esposto. Nello stesso 3 marzo, a p.4, “La Repubblica” ha pubblicato un articolo a firma di Ferruccio Sansa nel quale si riferisce di una scelta e di una dichiarazione del Ministro della Giustizia Roberto Castelli che, se esatte, sono di una gravità estrema.


I fatti.


Il 17 febbraio del 2003 alcuni agenti della CIA sequestravano in territorio italiano, a Milano, l’imam Abu Omar per interrogarlo in Egitto. L’inchiesta aperta al riguardo dalla Procura di Milano si chiudeva con l’accusa circostanziata a 22 agenti della CIA, la ricerca dei quali si estendeva dunque, in via di diritto, a tutti i paesi dell’Unione Europea e del mondo. In seguito a un’indagine circostanziata durata due anni, e sulla base di numerosissime e pesanti prove, è emerso un panorama inquietante: dati riguardanti voli aerei gestiti dalla CIA per operazioni “coperte” in Europa, e relative complicità degli organi ufficiali preposti alla nostra sicurezza, sono emersi in Germania, Svezia, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Danimarca, Regno Unito, Portogallo, Francia, Spagna. In tutti questi casi, si è configurata una violazione della sovranità territoriale di tali paesi.


Come è stato testimoniato dal Procuratore capo di Milano Armando Spataro, che ha seguito l’inchiesta relativa ai 22 agenti della CIA, lettere della Procura che invitano il Guardasigilli a inoltrare agli Stati Uniti la richiesta di estradizione degli indiziati sono state ripetutamente inoltrate. Il Ministro può decidere di non dar luogo a tale richiesta: ma è per legge obbligato a fornire una risposta ai richiedenti.


L’atteggiamento del Guardasigilli, a tutt’oggi, è inaudito e intollerabile. Egli non solo non ha risposto alle legittime sollecitazioni, ma ha attaccato duramente sul piano politico e personale, dai microfoni di Radio Padania il Procuratore Spataro accusandolo di essere “andato a new York e al Parlamento Europeo a parlar male del governo”, di avere “scavalcato i suoi superiori” in ordine alla procedura di sollecitazione della risposta relativa all’inoltro di richiesta d’estradizione degli agenti della CIA e infine dichiarando di non fidarsi “dell’imparzialità di questo magistrato che si è sempre schierato a sinistra. E la sinistra, si sa, è antiamericana”.


Ma più grave e intollerabile ancora è stata un’osservazione del Ministro, nella medesima sede radiofonica, a proposito di quei magistrati che, esaminati i casi di alcuni sospettati di attività terroristiche e averli prosciolti constatando l’inconsistenza degli addebiti loro mossi, li hanno prosciolti. Ponendo in rapporto questi episodi con il caso dei rapitori di Abu Omar, il Ministro – dando per scontato che i magistrati, prosciogliendo i sospetti di terrorismo, abbiano agito contro il loro dovere e contro la verità obiettiva – ha affermato. “Quale immagine diamo? Che lasciamo liberi i terroristi che vengono costantemente assolti e ci occupiamo solo di arrestare i cacciatori di terroristi?”.


Da tale dichiarazione si evince che:


1. il Guardasigilli è più preoccupato dell’immagine che l’Italia offre di sé (dove? a chi?) che non della giustizia e della verità obiettive;
2. Il Ministro omette di far il suo dovere accampando giustificazione di carattere formale e procedurale e frattanto da un lato accusa alcuni magistrati di venir gravemente meno ai loro compiti senza peraltro provvedere contro di loro, come dovrebbe fare se davvero convinto di quanto dichiara e in possesso delle relative prove;
3. Il Ministro presenta come cosa obiettivamente sicura che tutti gli indiziati di attività terroristiche recentemente prosciolti siano in realtà colpevoli, senza comunque giustificare tale affermazione, e si dimostra nel contempo del tutto insensibile di fronte al problema della violazione della sovranità territoriale italiana nel caso Abu Omar.


Fin qui si configurerebbe soltanto – ed è cosa inaccettabile, che in un paese serio e civile provocherebbe quanto meno unanime sdegno nell’opinione pubblica e crisi di governo – una situazione di pesante inadeguatezza di un Ministro della Repubblica. Ma dalle dichiarazioni del Castelli, il quale dogmaticamente si uniforma alla tesi complottistica già dichiarata da Bush all’indomani dell’11 settembre 2001, che cioè stia gravando sul mondo una grave, estesa, coerente e profonda minaccia terroristica, traspare qualcosa di più e di peggio: complicità nel presentare un castello di menzogne come una verità obiettiva.


Vorrei al riguardo richiamare un episodio e una serie di dati a ciò collegati.


Il generale Leonid Ivashov era capo di Stato Maggiore dell’esercito russo al momento degli attentati dell’11 settembre 2001.


Avendo vissuto gli avvenimenti dall’interno, egli ce ne ha fornita un’analisi molto diversa da quella dei suoi omologhi statunitensi. Durante un intervento alla conferenza Axis for Peace 2005 e in una successiva intervista egli prendeva fermamente e responsabilmente posizione per una sostanziale inesistenza del terrorismo internazionale, chiamando in causa anche la versione ufficiale degli attentati dell’11 settembre 2001. Egli affermava che quel che fino ad oggi si è visto è stato solo un terrorismo capace di colpi di mano magari gravi ma comunque episodici, non coordinati fra loro, non diretti da un unico centro e strumentalizzato dalle grandi potenze; anzi, che non esisterebbe senza di esse. Contestando il dogma della “guerra mondiale al terrorismo”, nel nome del quale si attenta ormai con evidenza alle libertà dei cittadini (come mostra negli Stati Uniti la vicenda del Patriot Act e altrove la realtà della lotta al terrorismo avanzata come alibi che giusti ficherebbe ogni sorta di atti illegittimi, come appunto i voli della CIA sull’Europa) Ivashov sosteneva che il modo migliore per ridurre gli attentati consiste nel ripristino del diritto internazionale e della pacifica cooperazione sia tra gli stati che tra i loro cittadini.


Il terrorismo si afferma dovunque si esasperino le contraddizioni, dove intervenga un cambiamento delle relazioni sociali; dove si crei un’instabilità politica, economica o sociale; dove si liberino delle potenzialità aggressive; dove intervenga la decadenza morale, dove trionfino il cinismo ed il nichilismo, dove si legalizzi il vizio ed esploda la criminalità.


È la globalizzazione che crea le condizioni per questi fenomeni estremamente pericolosi. All’interno del suo quadro si rimodella la carta geostrategica mondiale; vengono redistribuite le risorse planetarie; vengono ridisegnate le frontiere degli stati; viene stracciato il sistema di diritto internazionale; vengono cancellate o comunque attaccate le identità culturali. L’analisi dell’essenza del processo di globalizzazione, come delle dottrine politiche e militari degli Stati Uniti e di altri paesi, prova che il terrorismo contribuisce obiettivamente alla realizzazione di una dominazione mondiale ed alla sottomissione degli Stati ad una oligarchia mondializzata. Esso non è quindi un soggetto indipendente della politica mondiale, bensì uno strumento, un mezzo per instaurare un mondo unipolare avente un unico centro di direzione globale: è un espediente per cancellare le frontiere nazionali degli stati ed instaurare la dominazione di una nuova élite oligarchica m ondiale, i centri direzionali della quale sono appunto il soggetto-chiave del terrorismo internazionale, i suoi ideologi e i suoi “padrini”.


L’oggetto principale della nuova «élite» mondiale è la realtà naturale, tradizionale, culturale e storica, il sistema esistente delle relazioni tra gli Stati, l’ordine mondiale nazionale e statale della civiltà umana, cioè, in definitiva, l’identità nazionale.


Secondo Ivashov, l’attuale terrorismo internazionale è un fenomeno caratterizzato da una parte dall’impiego del terrore - attraverso strutture politiche statali e non - come mezzo per raggiungere i suoi obiettivi politici con l’intimidazione, la destabilizzazione sociale e psicologica della popolazione e con il soffocamento della volontà di resistenza degli organi del potere; dall’altra dal ricorso alla creazione delle condizioni per la manipolazione della politica degli stati e della condotta dei loro cittadini.


Il terrorismo sarebbe pertanto lo strumento di una guerra di nuovo tipo. Esso, così come viene presentato quale obiettivo pericolo dai media, diviene il sistema di gestione dei processi globali. È precisamente la simbiosi tra i media e il terrorismo a creare le condizioni che permettono mutamenti anche clamorosi e repentini nella politica internazionale, colpi di mano contrari al diritto internazionale e al principio della sovranità territoriale degli stati ma giustificati dall’eccezione determinata dalle “ragioni di sicurezza” atte a fronteggiare l’ “emergenza” e insomma modificazioni anche profonde della realtà politica esistente.


Se, in questo contesto, si rianalizzano gli avvenimenti dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti, si possono trarre secondo Ivashov le seguenti, allarmanti conclusioni :


1. I mandanti di quegli attentati sono i circoli politici e gli ambienti d’affari che avevano interesse a destabilizzare l’ordine mondiale e che avevano i mezzi per finanziare quell’operazione. Il concepimento politico di quell’atto è maturato là dove sono apparse tensioni nella gestione delle risorse – finanziarie e di altro tipo. Le ragioni di quegli attentati devono essere ricercate nella collusione degli interessi del grande capitale al livello transnazionale e globale, in particolare nei circoli non soddisfatti dai ritmi del processo di globalizzazione o dalla direzione presa da esso.
A differenza delle guerre tradizionali il cui concepimento era determinata da politici e generali, gli iniziatori della « guerra mondiale al terrorismo » sono stati alcuni oligarchi e i politici da loro dipendenti.


2. Solo i servizi segreti ed i loro capi attuali o in congedo – ma che hanno conservato dell’influenza all’interno delle strutture dello stato – sono in grado di pianificare, organizzare e gestire un’operazione di tale ampiezza. In generale, sono i servizi segreti che creano, finanziano e controllano le organizzazioni estremiste. Senza il loro sostegno, tali strutture non possono esistere – e ancor meno effettuare azioni di una tale ampiezza all’interno di paesi particolarmente ben protetti.
Pianificare e realizzare un’operazione di tale portata è estremamente complesso.


3. Usama ben Laden e «al Qaeda» non possono essere stati né gli organizzatori né gli esecutori degli attentati dell’11 settembre. Essi non possiedono né l’organizzazione richiesta a questo scopo, né le risorse intellettuali, né i quadri necessari. Di conseguenza, si è dovuto formare una squadra di professionisti, mentre i kamikaze arabi hanno svolto il ruolo di comparse per mascherare l’operazione. L’operazione dell’11 settembre ha mutato il corso degli avvenimenti nel mondo, imprimendogli il ritmo e la direzione decisa dagli oligarchi internazionali e dalla mafia transnazionale, vale a dire da coloro che aspirano al controllo sia delle risorse naturali del pianeta, sia delle reti globali dell’informazione, sia, infine, dei flussi finanziari. Quell’operazione ha pure fatto il gioco dell’élite politica ed economica degli Stati Uniti che aspira anch’essa alla dominazione globale.


L’uso del « terrorismo internazionale » mira a conseguire i seguenti obiettivi :


1. Dissimulare i veri scopi di quelle forze, sparse nel mondo, che lottano per la dominazione e il controllo globali ;


2. Sviare le rivendicazioni delle popolazioni e condurle in una lotta dagli esiti incerti contro un nemico invisibile (in quanto inesistente); distruggere le norme internazionali fondamentali, alterare concettualmente espressioni come “aggressione”, “terrore di stato”, “dittatura” o “movimento di liberazione nazionale”;


3. Privare i popoli del loro legittimo diritto alla resistenza armata contro l’aggressione e all’azione contro l’attività occulta di servizi segreti stranieri.


4. Condurre i popoli alla rinuncia della difesa prioritaria degli interessi nazionali; favorire la trasformazione nella dottrina degli obiettivi militari facendola scivolare verso quella che è stata definita, con i metodi e nelle prospettive che abbiamo visto, “la lotta contro il terrorismo” (che diviene un dogma nel nome del quale si dichiara terrorista o alleato e fiancheggiatore del terrorismo chiunque sollevi qualche dubbio nei confronti di esso e della versione ufficiale sulla base della quale lo si definisce); trasformare la logica delle alleanze militari a detrimento di una difesa congiunta e a vantaggio della coalizione anti-terrorista.


5. Risolvere i problemi economici ricorrendo ad una forte costrizione militare col pretesto della lotta contro il terrorismo.


Viceversa, sempre a detta di Ivashov, per combattere efficacemente il terrorismo internazionale – che può essere come si è detto eterodiretto, ma che recluta una manovalanza obiettivamente disposta a perseguire i fini che i leaders terroristici propongono (apprestandosi pertanto, come diceva il vecchio Bertold Brecht, a marciare contro il nemico senza rendersi conto che il nemico marcia alla loro testa) si dovrebbero assumere alcune misure, tra le quali :


1. Ribadire davanti all’assemblea generale dell’ONU che i principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale debbono essere rispettati da tutti gli stati, superpotenza compresa.


2. Formare un’unione geostrategica di civiltà (forse, propone Ivashov, sulla base dell’Organizzazione di cooperazione di Shanghai, che raggruppa la Russia, la Cina, il Kazakhstan, la Kirghizia, il Tadjikistan e l’Uzbekistan.) in grado di adottare una scala di valori e una strategia diversa da quella fondata sulla NATO ed egemonizzata dagli USA.


3. Unire (sotto l’egida dell’ONU) le élites scientifiche affinché elaborino e promuovano delle concezioni filosofiche dell’Essere umano del XXI secolo e organizzare l’interazione di tutte le confessioni religiose del mondo, in nome della stabilità dello sviluppo dell’umanità, della sicurezza e del sostegno reciproco.


Il generale Ivashov è portavoce degli interessi russi e può esser sensibile al richiamo di progetti utopistici di più o meno vecchio tipo. Ma le cose che ha dichiarato, specie se poste in rapporto con le dichiarazioni di Berlusconi e di Castelli all’inizio del marzo del 2006, non può essere sottovalutato. varrebbe la pena di far di tutto questo oggetto d’una seria inchiesta, nazionale e internazionale.

Uranio in polvere sul mondo.Da Londra al Punjab



 


 

Uranio in polvere sul mondo.Da Londra al Punjab





Fumo di Londra (con uranio)

Maurizio Blondet

07/03/2006




Uranio impoverito in Inghilterra: lo hanno portato le correnti atmosferiche dall'Iraq, a 3500 chilometri buoni di distanza.
Il metallo - che indubbiamente viene dai proiettili penetranti Made in USA, usati a centinaia di tonnellate - è stato trovato nei filtri dell'Atomic Weapons Establishment (AWE) di Aldermaston, nel Berkshire: un laboratorio nato per misurare le eventuali emissioni radioattive delle centrali nucleari e dell'armamento atomico britannico.
La radiazione «normale» dell'atmosfera inglese è cresciuta del quadruplo nel 2003, all'inizio dell'invasione dell'Iraq.
E un paio di volte, attorno ad una delle cinque aree monitorate, la British Environment Agency ha dato ufficialmente l'allarme.
I due scienziati che hanno riferito del problema, Chris Busby e Saoirse Morgan, calcolano che le polveri abbiano viaggiato dai campi di battaglia iracheni per 7-9 giorni: tra l'altro, in direzione opposta a quella dei venti dominanti, che vanno da ovest ad est.
E parlano di «contaminazione in Europa», non solo in Gran Bretagna.


Non è stato facile al dottor Busby ottenere i dati dalla AWE.
Da tre anni la gestione di tale installazione è stata «privatizzata», ossia appaltata alla Halliburton (anche qui la Halliburton di Dick Cheney), e la ditta di Cheney rifiutava di fornire le misurazioni.
E' stata necessaria un'ingiunzione giudiziaria in base ad una legge che è entrata in vigore il gennaio 2005 sul diritto d'informazione.
Il governo britannico ha cercato di sostenere che quella misurata può essere la «radioattività naturale» del suolo.
Ma notizie altrettanto preoccupanti giungono dall'India (1).
Qui, polveri di uranio impoverito (d'ora in poi DU, depleted uranium) sono state riscontrate in Punjab, in Haryana, a Delhi, nell'Himachal Pradesh e nell'Uttar Pradesh occidentale, e in parte del Gujarat e del Maharastra: praticamente tutta l'India nord-occidentale.
Che si trova a quasi duemila chilometri da Baghdad.
A segnalare il fatto è Leuren Moret, una scienziata che ha lavorato al Lawrence Livermore Laboratory (il centro di ricerche militari USA dove fu creata la prima bomba atomica), ed è un'autorità mondiale in fatto di radiazioni (2).


La Moret ha scritto ad un membro del Congresso una lettera, datata 21 febbraio 2003, dove si legge fra l'altro: «l'effetto piroforico del DU, che s'incendia spontaneamente quando raggiunge i 170 gradi o nell'impatto, forma un'enorme quantità di particelle finissime, da 0,1 micron fino a dimensioni submicroscopiche (0,001 micron o 10 Angstroms). Particelle così minute si comportano come un gas quando inalate; si disperdono nei polmoni e superano la barriera sanguigna polmonare: difatti le cellule bianche del sangue, che sono molto più grosse (7 micron
di diametro) inglobano le particole di uranio e le portano con sé nei tessuti del corpo. Una volta inglobate nelle cellule bianche e inserite nei tessuti, esse non sono più riscontrabili nelle urine. I soldati contaminati porteranno l'uranio impoverito a casa, depositato nei loro organismi
. [..] La polvere di DU continuerà ad essere un pericolo estremo per soldati, civili, popolazioni sottovento e per l'ambiente, in quanto contaminante di ogni forma vivente.
E l'emi-vita della sostanza è di 45 miliardi di anni
. [..] Non esiste un trattamento conosciuto».
Benchè a bassa radioattività, la pericolosità del DU come mutageno è peggiore di quella all'esposizione di un'esplosione nucleare, che è acuta ma momentanea ed esterna.
Il rischio valutato dall'International Commitee on Radiation Protection (ICRP), un organo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità a Ginevra (OMS), è basato sui dati raccolti sulle vittime delle bombe di Hiroshima e Nagasaki, appunto soggette a un'intensa radiazione esterna per pochi istanti.


Ma come ha riferito un rapporto indipendente inviato all'OMS nel 2001, l'esposizione «interna» all'uranio impoverito richiede tutt'altra valutazione: si tratta, in qualche modo, di una contaminazione cronica e permanente.
Tanto più che, se ha ragione Leuren Moret, secondo i suoi calcoli gli americani hanno sparato - tra prima e seconda guerra del Golfo, contando anche i bombardamenti in Bosnia, Kossovo e Afghanistan - l'equivalente in radiazioni di 440 mila bombe atomiche tipo Hiroshima.
Risulta che quel rapporto all'OMS è stato tenuto segreto.

L'OMS ne ha rifiutato la pubblicazione, pare, su pressioni della IAEA, l'ente ONU che controlla la non-proliferazione.
E che - sinistra ironia - è stato insignito del Nobel per la Pace, il gran premio massonico globale.
Uno degli autori del rapporto insabbiato, Keith Baverstock, ha però consegnato il testo ai media nel febbraio 2004.
La libera stampa occidentale, come si può immaginare, ha taciuto.
Infine un articolo di Baverstock che rivelava il rapporto e tutti i retroscena è stato postato da Al-Jazeera il 14 settembre 2004.


Nel luglio 2004 la National Academy of Sciences britannica emetteva un rapporto sulle radiazioni di bassissimi livello, in cui ammetteva che «non esiste un livello d'esposizione innocuo».
E riconosceva che bassissimi livelli in forma cronica sono più pericolosi di alte esposizioni istantanee.
Il destino della popolazione irachena è oggi l'estinzione.
«Gli aerosol di DU contaminano in permanenza vaste regioni, distruggendone lentamente il futuro genetico delle popolazioni che le abitano», scrive Leuren Moret: «si tratta di zone con riserve di risorse naturali che gli USA vogliono controllare».

La Moret riporta fra l'altro il caso di alcuni cittadini americani di origine irachena che nel 2003, dopo la «liberazione», sono andati a trovare dei parenti a Baghdad, ed hanno scoperto che quasi tutti soffrivano, improvvisamente, di diabete.
Tornati in USA dopo due o tre settimane, anche i visitatori hanno sviluppato il diabete nel giro di tre mesi.
Il diabete - che non è una malattia infettiva - pare essere un indicatore precoce dell'avvelenamento da DU; e secondo la Moret, il DU è la causa della «allarmante crescita del diabete a livello globale».
Ma questo è il meno.


La popolazione infantile irachena conosce un ancor più allarmante aumento di leucemie, melanomi (quel cancro che ci dicono dovuto al sole delle abbronzature: anch'esso in crescita esponenziale nel mondo) e spaventose malformazioni genetiche.
Anche i kuwaitiani non stanno meglio.
Nel 1992, dopo che gli USA li avevano «liberati» da Saddam, l'US Army commissionò alla Moret un progetto per la «ripulitura» del Paese liberato.
Titolo: «Uranio Impoverito, materiali contaminati e impianti per la decontaminazione».
Naturalmente, la Moret disse che «non esiste trattamento conosciuto».
Ma il piano fu passato alla Kellogg Brown & Root, la solita sussidiaria della solita Halliburton, che s'era aggiudicata dal Kuwait un piano per la decontaminazione: quasi certamente inefficace, specie nelle zone desertiche e ventose.
Ma naturalmente nessun contratto è stato aggiudicato per i reduci americani.
Dei 500 mila mandati a combattere la prima guerra del Golfo, 15 mila sono morti, 250 mila sono permanentemente disabili a un decennio di distanza: e si tratta, vale la pena di ricordarlo, di persone che erano sotto i trent'anni quando andarono in Iraq.
Tutti colpiti dalla «misteriosa» malattia detta Sindrome del Golfo.


Anche i reduci italiani, come si sa, sviluppano con frequenza forme tumorali rare in ventenni.
«Gli effetti a lungo termine hanno rivelato che il DU, ossido di uranio, è una sentenza capitale potenziale», scriveva la Moret nei suoi rapporti.
Dunque il governo USA e anche le istituzioni internazionali sono ben coscienti della devastazione che i proiettili al DU stanno provocando, e su cui tacciono.
E sanno ancor meglio che ai proiettili DU si attaglia alla perfezione la definizione di «armi di distruzione di massa» e proibite dalle convenzioni internazionali, come elaborata dagli stessi codici americani (US Code, Titolo 50, capitolo 40, Sezione 2302).
I codici militari USA impongono anche (US Army regulation AR 700-48 e TB 9-1300-278) che dopo l'uso di armi radioattive vengano curate tutte le vittime, compresi i soldati nemici e i civili: norma violata in Iraq.
Il solo superstato-canaglia rimasto, dunque, commette in piena coscienza - e con la complicità delle istituzioni sovrannazionali «umanitarie» - un genocidio di tipo nuovo.

«Il concetto di annichilazione di specie significa mettere fine deliberatamente e in modo relativamente rapido alla storia, cultura, scienza, riproduzione biologica e memoria», ha scritto Rosalie Bertell, una delle scienziate che hanno redatto il rapporto insabbiato all'OMS (non a caso le denunciatrici sono donne): «è l'estremo rifiuto del dono della vita. Un atto che esige una nuova parola per descriverlo: omnicidio» (da omnes, nde).


Ora, i prìncipi di questo mondo si preparano ad estendere l'omicidio all'Iran (3).
Anche una mente razionale e scientifica (ma di una donna) non può non vedere in questo un segno satanico.
I poteri di questo mondo stanno distruggendo storia, vita e memoria non solo delle popolazioni «nemiche», delle cui risorse vogliono impadronirsi; ma anche dei propri soldati - nelle loro nuove guerre, le truppe sono «a perdere», come carta igienica - e le loro stesse popolazioni civili, come mostra la ricaduta radioattiva che dall'Iraq giunge in Inghilterra, e in Europa.
La guerra lontana 3 mila chilometri piove addosso, in polveri microscopiche, a chi l'ha applaudita, credendosi al sicuro.
E anche su chi l'ha contrastata.
Un pericolo ben più allarmante del «terrorismo islamico» e delle centrali nucleari, e infinitamente più letale e irrimediabile, ci sovrasta: per opera dei «nuovi crociati», dei «cristiani rinati».
Dei «difensori della civiltà occidentale».
Sono i Rotschild, conclude la Moret, a controllare nel mondo la risorsa-uranio, forniture e prezzi, attraverso la Rio Tinto Mines, il conglomerato minerario africano-sudamericano che è proprietà privata della famiglia reale inglese, e di cui i Rotschild sono amministratori.


Le riserve uranifere della Rio Tinto sono valutate in 6 miliardi di dollari; e le necessità energetiche e militari stanno consigliando gli amministratori di intensificare l'estrazione.
Sono in corso di attuazione i piani per estrarre il minerale in Australia, per un valore di 36 miliardi di dollari nei prossimi sei anni.
Per il trasporto del minerale, la Halliburton (sempre lei) ha appena terminato una ferrovia di 1200 chilometri tra le miniere australiane e i porti.
A noi, questo crimine senza precedenti, avvolto nella menzogna e proclamato «cristiano», ricorda l'Apocalisse, la grande bestia «che sale dal mare», adorata da «tutti gli abitanti della terra».
Ma soprattutto, la piccola bestia che «sale dalla terra», l'amministratrice della superpotenza satanica: «aveva due corna come l'agnello, ma parlava come il dragone. Esercitava tutta l'autorità della prima bestia per conto di essa».
Né si può tralasciare l'immagine che segue: le sette coppe venefiche gettate sul mondo.
La prima che provoca «una piaga maligna e perniciosa», la seconda e la terza, che mutano l'acqua del mare e dei fiumi come «nel sangue di un morto»; la quarta che fa avvampare il sole, sì che tormenti gli uomini di un calore insopportabile.
La quinta coppa, lanciata sul trono del dragone, i cui seguaci si mordono la lingua «per il dolore delle ulcere».
E la sesta, che prosciuga «il fiume Eufrate», per lasciare aperto il passo ai terribili «re dell'Oriente»: le torme demoniache di Gog e Magog.
Quali di queste coppe sono già state versate?
Certo non la settima, quella che farà uscire dal tempio la voce che dice: «tutto è compiuto».


No, non ci sarà una Norimberga per questo crimine inaudito.
La grande bestia e la piccola, il falso agnello amministratore, si sono dati tutti i mezzi che la potenza terrena consente.
Sono al sicuro dietro le loro muraglie, al sicuro nelle loro armi atomiche; e sanno che nessun tribunale umano oserà giudicarle.
Anzi sono esse e giudicare gli altri - e a condannarli.
Io credo che questa sia precisa volontà di Dio.
Perché quando il castigo verrà, i persecutori non possano dirsi perseguitati da altri uomini; perché sia chiaro a loro, che hanno rifiutato il loro Dio, che è Sua la mano che colpisce.
Che il castigo verrà, non lo dico io.
Lo sentono gli israeliani: sempre più armati e sempre più paranoici, appena fanno sparire un loro nemico, gridano ancora più forte che l'«esistenza stessa di Israele è in pericolo».
Nel loro profondo, sanno che cosa sfidano; per questo non si sentono sicuri, e accumulano armi e alleati, capacità distruttive inaudite; e sempre nuovi popoli devono morire, perchè gli eletti si sentano sicuri.

 
Ma sanno che c'è Qualcuno che hanno sfidato, da cui sicuri non saranno mai.
Ma la fede ci dice anche che possono ancora salvarsi.
Come?
Chiedendo perdono.
Collettivamente perché collettivamente hanno rivendicato il male; ritualmente, sacerdotalmente, chiedere perdono ad ogni popolo castrato e mutilato per regnare sul mondo di qua: ai russi, ai tedeschi, agli arabi.
Chiedere e dare perdono.
Lo farà il piccolo resto che resterà di loro.
Quello che saluterà «benedetto colui che viene nel nome del Signore».
Ciò attende il loro Messia rifiutato.
Non che si pieghino a preti cristiani: Cristo stesso non è cristiano, ha «altre pecore che non sono di quest'ovile».
Ma che riconoscano negli altri uomini, anziché animali parlanti, dei fratelli nel destino superiore, sotto l'unico Padre.
Riconoscano che ogni uomo è venuto «nel nome del Signore», lo sappia o no.
E' questa la speranza che ho per loro.

Maurizio Blondet 


Note
1)
Arun Shrivastava, «Depleted uranium is blowing in the wind», Globalresearch, 2 marzo 2006.
2) Leuren Moret, «From battlefields in the Middle East: depleted uranium measured in british atmosphere», Globalresearch, 2 marzo 2006.
3) Justin Raimond, «Another war for Israel», Antiwar.com, 6 marzo 2006.



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sabato 4 marzo 2006

Discorso da quaquaraqua

Quello che Berlusconi ha fatto
davanti al congresso USA è
un discorso che ha confermato
una volta di più la servile sudditanza
del suo governo e sua personale,
al padrone Americano e
l’assenza di una qualsiasi identità
autonoma, né Nazionale, né Europea,
tanta era la sua evidente
smania di identificazione con le
aspirazioni, gli interessi e la visione
politica globale di Bush.
Sono a qui nulla di nuovo, dato
che TUTTI i governi ed i governanti
di questa squallida repubblica
resistenziale di cui non ci sentiamo
Cittadini, ma sudditi, hanno
sempre dimostrato con gli atteggiamenti
e con i fatti di essere i
vassalli servili e colonizzati degli
Stati Uniti sin dal 1945!
Non scordiamo, tanto per fare un
esempio, le “visite” oltre oceano
che, dopo ogni elezione politica, i
nuovi capi di governo ed i loro
“colonnelli” si affrettavano a fare
per “baciare la mano” ( e le terga)
al padrino Americano di turno…
Per questo non ci fingiamo particolarmente
scandalizzati da questa
visita e da questo discorso
che rientra sia nella tattica furbesca
( e la furbizia è solo un surrogato
dell’intelligenza ed agisce
particolarmente quando
quest’ultima è carente) pre elettorale
per “far parlare” con un colpo
di teatro e sia nella comune prassi
dei governanti Italiani di palesare
ed esternare il loro talento e
la loro disponibilità ad ogni sorta
di tartufesca manovra servile.
Quello che ci fa invece rabbia è il
fatto che il “nano maledetto” si
sia permesso di parlare:” .. a nome
di tutti gli Italiani..” e dunque
anche di quelli che, come noi,
non solo non lo riconoscono personalmente
come loro portavoce,
ma che si sentirebbero lordati e
disonorati se qualcuno potesse
confondere la loro fede ed i loro
ideali con gli interessi, il cinismo,
e la miseria morale di Berlusconi!
Per questo motivo, e solo per
questo, vogliamo qui aggiungere
la nostra voce al discorso fatto al
congresso degli Stati Uniti..
“.. Vi ringraziamo per avere fucilato
in Sicilia, prigionieri di guerra
che si erano arresi alle soverchianti
forze nemiche.. Vi ringraziamo
per avere riportato in Italia,
in cambio dell’aiuto nell’invasione
della Sicilia, quella mafia che il
fascismo aveva debellato e che
voi avete rimesso al potere ( moltissimi
sindaci dell’immediato dopo
guerra furono mafiosi imposti
dagli USA).. Vi ringraziamo dei
bombardamenti terroristici sulle
città Italiane( un esempio su tutti
la scuola di Gorla—MI).. vi ringra
ziamo per le migliaia di nostre
donne stuprate, senza vostra opposizione
dalle truppe marocchine
vostre alleate.. vi ringraziamo
per lo sconcio di Piazzale Loreto
per i triangoli della morte, per le
torture ed i massacri che i com-
battenti e le ausiliarie della RSI
subirono ancora nel 1945 e 1946
durante la vostra occupazione e
con la vostra complice indifferenza
… vi ringraziamo per avere
imposto al nostro Paese i vostri
disvalori per cui tutto si compra e
tutto si vende... vi ringraziamo.. vi
ringraziamo … vi ringraziamo ….
Quanto poi alla bandiera di libertà
e di democrazia che voi rappresentate
secondo quel miserello
di Berlusconi, vi rammento
sommessamente che avete sterminato
il popolo Pellirossa per
derubarlo delle sue terre, che avete
comprato schiavi negri ed avete
prosperato sul loro lavoro,
che avete linciato i nostri emigranti
solo perché non erano protestanti,
che avete permesso e
permettete il Ku Klux Klan, che
avete messo in campi di concentramento
cittadini Americani di origine
Tedesca e Giapponese durante
la 2° guerra mondiale, che
avete arrestato e poi chiuso in
manicomio il premio Nobel Ezra
Pound per reato di pensiero, che
avete usato il Napalm contro civili
in Viet Nam, che aiutate Israele
a derubare i Palestinesi della Patria
e della libertà, che siete responsabili
delle torture nei carceri
di Abu Grai e Guantanamo, ecc.
ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.
Perciò, insieme ai servili baci ed
abbracci del nano maledetto,
prendetevi anche un bel Vaffa..
da chi, come noi, ha conservato il
senso dell’onore il rispetto per se
stessi e l’odio per voi..!!

venerdì 3 marzo 2006

Castelli vergognati!!!

"E' sovrano davvero solo chi controlla chi c'è e chi non c'è sul proprio territorio"

                                                                                                Carl Schmitt

 

 

Castelli vergognati  !!!

 

Il rifiuto del ministro della giustizia Castelli di inoltrare agli Stati Uniti la richiesta di estradizione degli agenti della CIA resisi protagonisti di azioni non autorizzate sul territorio italiano mostra con tutta evidenza come il governo Berlusconi non solo non sa ma nemmeno intende  salvaguardare la sovranità nazionale del nostro paese.

Il servilismo, la sudditanza della CDL e dei suoi figuri alla politica gangsteristica di Washington umilia e ridicolizza l'Italia agli occhi dei cittadini e dell'opinione pubblica europea.

 

Il Movimento Nazional Popolare

 

 

giovedì 2 marzo 2006

Berluscamerica



 www.socialismonazionale.net

GOD BLESS AMERICA - Quanto dichiarato da Berlusconi nel suo discorso pronunciato al congresso degli stati uniti d'america é di una chiarezza lampante; il colono ha reso gli onori al colonizzatore. Nessuno può - da qui in avanti - accampare scuse. Chi é in accordo con esso - a cominciare dagli innominati dell'estrema destra - é ugualmente un colono senza più patria né identità da difendere. Lasciando perdere gli strali di una sinistra senza vergogna che attacca il soggetto solo per meri calcoli di propaganda elettorale dimenticando che anch'essa ha favorito l'occupazione americana in Europa nell'ultimo conflitto mondiale combattendo contro i socialisti nazionali tedeschi ed italiani noi intendiamo rivendicare con forza ed orgoglio che se tutti sono stati colonizzati noi no ! Per noi - in continuità ideale con i Combattenti della R.S.I. che non hanno mai firmato alcuna resa - rimane fervido e vivo il giuramento di onorare la nostra Patria senza accettare compromessi e protettorati da uno stato straniero. Anzi riconfermiamo la nostra volontà di promuovere azioni politiche di civile ribellione al fine di giungere alla liberazione della nostra Terra. Da qui in avanti dunque le sinergie o l'affiatamento con altri soggetti politici e sociali non potrà che avvenire innanzitutto su una questione fondamentale e dirimente; il rifiuto categorico ed inequivocabile di accettazione dell'occupazione atlantica. Come italiani, come europei abbiamo prima di tutto il dovere sacrosanto ed il diritto inalienabile di ricostituire un sentimento di appartenenza continentale  - in cui includiamo doverosamente la Russia - non succube dell'egemonia atlantica, economicamente e militarmente indipendente, capace di resistere anche ad eventuali processi egemonici provenienti dall'oriente asiatico. Solo da questo punto é possibile partire per la costruzione di un eventuale soggetto politico non più lobotomizzato nello schema destra/sinistra. Ma per fare questo occorrono gli uomini capaci di eliminare le scorie e le sedimentazioni di oltre sessant'anni di falsa propaganda ideologica. A partire soprattutto dal variegato mondo "antagonista" di stampo "antifascista" - quando sarebbe meglio che cominciasse almeno ad accettare un più logico "a-fascismo" - così come noi potremmo dichiararci evidentemente semplicemente "a-comunisti"; perché il nemico nazionale ed europeo é ormai stato individuato con chiarezza (finalmente !) ed é un nemico comune del nostro popolo e di altri popoli ed é assurdo continuare con i distinguo asimmetrici. Nessuno deve impedire all'altro di rimarcare la propria cultura politica (ed eventualmente le proprie bandiere e i propri labari) ma unitariamente colpire in una nuova fase politica di lotta antagonista il "reale protagonista" che non é il "fascismo, il nazionalsocialismo, il comunismo" ma colui che dichiara solennemente che quegli "ismi" sono stati domati dal "grande fratello americano" che é la sintesi geopolitica della cupola demoplutocratica usurocratica della globalizzazione mondialista oggi prevaricante economicamente, finanziariamente e militarmente contro ogni autoderminazione a riconoscersi in Nazioni indipendenti e sovrane.


Comunque anche se ciò non avvenisse per insipienza intellettuale e capacità a dimostrare di possedere virili attributi, i coloni d'italia vengano a conoscenza che i Socialisti Nazionali non conformi - pochi o tanti che possano essere - non depongono il gladio chinando la testa all'oligarchia atlantica ma continuano con fede la battaglia per la nuova civiltà d'Europa sputando ai "feudatari, vassalli e valvassori" cortigiani del nemico occulto della nostra Stirpe.


Maurizio Canosci