domenica 27 agosto 2006

Non ci resta che....ridere

 





UNA RISATA VI SEPPELLIRA'



Se critichi l'America che invade l'Iraq sei un terrorista; se protesti contro i massacri israeliani in Libano e Palestina sei un antisemita......non ci resta che riderci sopra.



 



 






 


CIRCOLO CULTURALE EXCALIBUR

Lonate Pozzolo (Varese)


 




sabato 26 agosto 2006

Omaggio ad Auriti

Il Movimento Nazional Popolare rende omaggio a Giacinto Auriti, Uomo di fede,

Combattente di rango in difesa della Giustizia Sociale

e della libertà da ogni forma di usura.

Ne ricordiamo, la tenacia,  la  generosità, la disponibilità.

Tra tutti i suoi interventi, ci piace ricordare la sua presenza

tra i trecento giovani del Campo Hobbit di Orvinio qualche anno fa.

I suoi insegnamenti, non andranno perduti ma restano patrimonio nostro e di quanti hanno

rifiutato e rifiutano il potere di mammona.

 

Giacinto Auriti

Sempre presente nei nostri cuori !

 

I dirigenti e i militanti del MNP

martedì 1 agosto 2006

J'accuse


J’ACCUSE


di Alessandro Mezzano


 


 


Saddam Hussein è sotto giudizio a Bagdad con l’accusa di avere ordinato una strage di cento persone per rappresaglia ad un attentato contro la sua persona e sarà senz’altro condannato ed impiccato per questo crimine efferato.


A Cana, in Libano il governo sionista Israeliano ha sterminato con le bombe cinquanta bambini, di cui alcuni andicappati, ma siamo sicuri che basterà che dichiari che “.. gli dispiace per l’errore e che si scusa ..” perché l’incidente sia definitivamente chiuso senza strascichi e senza conseguenze né penali né politiche per nessuno!


Ebbene, noi non ci stiamo e lanciamo il nostro “J’accuse” contro i sionisti, contro i loro complici ed alleati ( ma forse, a questo punto si dovrebbe dire i loro lacchè) e contro i troppi che in Italia ed in Europa si coprono occhi ed orecchi facendo finta di non vedere e di non sentire.


Accusiamo i sionisti Israeliani di cercare da sempre pretesti per scatenare, con il terzo esercito più potente del mondo, successive e sempre più pesanti guerre di aggressione contro i popoli confinanti, nel quadro di un progetto, quello del Grande Israele, che si sta realizzando con continue e successive annessioni di terre sino ad occupare, a progetto terminato, tutta l’area circostante.


Li accusiamo di strage, di deportazione, di vessazioni, di razzismo, e di terrorismo nei confronti del popolo Palestinese che è stato cacciato dalla sua terra, privato delle sue case, costretto a vivere da decenni campi profughi ed a cui, ad ogni pretesto, vengono inflitte rappresaglie  e massacri assolutamente sproporzionati alle cause che li determinano.


Accusiamo gli Stati Uniti d’America ed il suo governo di praticare una politica estera di assoluta sudditanza e complicità verso Israele e contro i diritti del popolo  Palestinese ad avere un proprio stato indipendente e sovrano ed ad avere il diritto di ritornare nelle proprie case da cui sono stati scacciati tanti anni fa.


Li accusiamo di avere mondializzato il problema del contenzioso tra Israele ed il popolo Palestinese coinvolgendo tutti gli stati a loro succubi ( tra cui l’Italia) nella lotta ad un terrorismo che nasce solo dalla loro colpevole complicità con Israele nelle vessazioni al popolo Palestinese.


Accusiamo l’Italia e l’Europa di non avere saputo e voluto trovare la strada per una politica estera univoca ed indipendente che valutasse e decidesse in funzione di un giudizio obiettivo sulle questioni senza il pregiudizio di un atteggiamento di sudditanza politica, ideologica ed interessata agli USA ed ad Israele che ne è l’alleato-padrone!


Accusiamo Europa e l’Italia di non avere saputo cogliere l’occasione per porsi come terzo polo della politica mondiale dandole un nuovo baricentro e creando così una situazione di equilibri tali da bloccare lo strapotere imperialista ed il pericolo di trascinarci in una terza guerra mondiale che non sarebbe la nostra guerra, ma la guerra del Capitalismo e del Sionismo..!


Per quanto riguarda l’Italia poi, non è questione di centrodestra o di centrosinistra ché entrambi gli schieramenti, quando si tratta di politica estera, non sanno far altro che “riaffermare l’amicizia dell’Italia con gli Stati Uniti d’America” e mettersi proni agli ordini che arrivano da oltre oceano ( compresi i super-post– neo-comunisti, che borbottano un po’, ma poi si adeguano a votare come vogliono Prodi, D’Alema e Bush…)


Alessandro Mezzano


 

Cultura ebraica

 



 


 





Cultura ebraica

Maurizio Blondet

31/07/2006


Questi sono i fatti! Ma L'Onu «turbata» non condanna Israele.


Su indicazione di un lettore, visito un newsgroup chiamato «cultura ebraica», che parla (male) di me; trovo subito un intervento prezioso, a firma di tale Yakov Levi:
«L'antisemitismo è l'odio inconscio per l'immagine del Padre.
L'ebraismo infatti rappresenta la Religione del Padre, mentre il cristianesimo rappresenta la Religione del Figlio.
Gli ebrei sono inconsciamente percepiti come i rappresentanti dell'istanza paterna.
Chi odia inconsciamente il proprio padre, ovvero la sua immagine, odia anche gli ebrei.
Come ogni psicoanalista può confermare, un bambino dai due ai cinque anni, gli anni formativi in cui si formano le immagini che si porterà poi dietro tutta la vita, vive intensamente la fantasia che il proprio padre abbia un pene enorme, spropositato.
A nulla serve l'osservazione diretta del pene paterno che può anche non essere affatto enorme. L'immagine inconscia detta la cosiddetta 'nozione' che il Padre abbia un pene enorme e spropositato.
Il naso è un ovvio sostituto peniano.
Da qui le vignette antisemite che rappresentano gli ebrei con un naso enorme.
Ovvero, gli ebrei, in quanto sostituti del Padre e suoi rappresentanti hanno un pene enorme.
Inoltre, il bambino è terrorizzato dal pene paterno e lo teme come strumento della vendetta del Padre per le sue pulsioni aggressive inconsce.
Il Padre con le sue erezioni punirà le erezioni del Figlio.
Quando si parla di 'reazione' israeliana, ovviamente si intende 'erezione' israeliana.
Gli ebrei, i vicari di un padre adirato, dopo essere stati provocati hanno avuto un'erezione che scatena il terrore dei figli.
Ed ecco che la reazione - erezione israeliana viene considerata abnorme, 'sproporzionata' ed 'aberrante' come dalle parole di Chirac e di d'Alema
».


Che dire? Se un giorno uno studioso intraprenderà lo studio dell'ebraismo non in quanto religione e ancor meno razza, ma in quanto patologia mentale (e morale), questo testo sarà esibito come prezioso referto clinico.
Yakov Levi non può ammettere una reazione semplice come la repulsione davanti all'eccidio
di innocenti in Libano, l'umano orrore di fronte alla devastazione di un Paese, dei suoi condominii nuovi e dei suoi bei ponti.

No: siccome solidarietà e senso di umanità non esistono - non sono che ipocrite finzioni - ci dev'essere un altro motivo per questa revulsione dei goym.
Un motivo subconscio ossia inconfessabile, basso e sporco: l'invidia del padre, l'invidia del pene.
Questo specifico riduzionismo dev'essere una costante.
Giorni fa abbiamo visto come per Fiorella Kostoris Padoa Schioppa, il famoso Schindler, che salvò centinaia di ebrei da Auschiwitz, l'avesse fatto non in quanto «buono», ma perché «sporco capitalista che faceva i suoi interessi».
Ora vediamo che per Levi lo sdegno dell'opinione pubblica per il massacro in  Libano va attribuito a dubbi dei gentili sulla propria erezione.
Ciò è esattamente quel che si chiama «schadenfreude», il «piacere di sporcare» unito a «gioia maligna».
Fa quasi tenerezza ritrovare, dopo tanti anni di disuso, gli stereotipi e le fumisterie della psicanalisi riproposte come «scienza».
I lettori più giovani hanno il diritto di non saperlo, ma simili elucubrazioni dominavano i discorsi negli anni '70: nei salotti dove non mancava mai una signora bene e che faceva sapere di essere «in analisi», e passi, ma anche nelle università.


Quelle fumisterie davano cattedre, producevano volumi, hanno arricchito un esercito di furboni terapeuti che non hanno mai guarito nessuno.
La scoperta di psicofarmaci efficaci ha gettato nella discarica questo pattume del «subconscio». Vedo che quella moneta scaduta ha ancora corso nella «cultura ebraica».
Essa è ancora la chiave «scientifica» per interpretare i moventi umani.
Vi si noterà in controluce una volgarità infinitamente banale: ma se a dire «io ce l'ho duro» è un leghista, si tratta di bassezza; se lo dice un Levi, è «psicologia del profondo».
Si noterà, in controluce, una certa idea del sesso: non come eros, ma come stupro.
Grazie al Libano in cenere, in questi giorni devono prodursi erezioni fenomenali nel rabbinato, con gran gioia di madri, mogli e sorelline.
Che infatti scrivono saluti sui durissimi fallici obici d'artiglieria.
Come si vede, la psicologia del profondo ha due tagli.

 


Difatti, essendo una «scienza», essa va applicata oggettivamente ad ogni situazione.
Per esempio si dovrà spiegare l'anti-nazionalsocialismo come «odio inconscio per il padre».
Si giustificherà l'odio degli ebrei per quel regime tedesco di quando erano loro gli stuprati, come una inconscia invidia del pene.
I lager erano «aberranti» e «sproporzionati»?
No, era solo una proiezione dell'inconscio, con cui i figli esprimevano il terrore per la reazione-erezione dei padri in camicia bruna.

Così forniti dei mezzi scientifici freudiani, possiamo ora considerare le critiche che su «cultura ebraica» vengono mosse al nostro sito.
Effedieffe è un sito «cattolico per modo di dire... In realtà mi dà l'impressione che si nasconda dietro alla facciata di un cattolicesimo estremista-tradizionalista per diffondere idee antisemite. Il direttore è un certo Maurizio Blondet, un tempo giornalista di Avvenire che mi pare fosse stato in seguito allontanato proprio per le sue idee che attingono al peggio del peggio dei luoghi comuni sul'ebraismo. E quando non gli viene in mente nulla sugli ebrei ripiega su tutto ciò che non sia in accordo con il cattolicesimo pre Concilio Vaticano II.
Tempo fa, il fogliaccio veniva citato dalla versione italiana di holywar.org come suo 'periodico ufficiale' (o qualcosa del genere), il che la dice lunga sulla 'statura' del personaggio in questione
».


Non so cosa sia «holywar.org», e non posso né voglio impedire le libere citazioni dei miei articoli su qualunque sito, perché questa è la natura di internet.
Se si cerca il nostro nome su Google, si vedrà che tali citazioni sono circa 250 mila.
Fra l'altro, veniamo citati da un «sito italiano per la filosofia», da «luogocomune», da Israel Shamir, da Indymedia…
Altro messaggio di «cultura ebraica», firmato Emjey.
«Il sito effedieffe fa pubblicità a testi negazionisti, è proprietà di una libreria che vende testi negazionisti e che organizza incontri con gli autori e negli articoli che pubblica abbondano accenni alle cifre della Shoah che sono state gonfiate, alla retorica della memoria che fa gli interessi di Israele (o dei nemici della Chiesa); davvero un sito del cavolo».
Altro messaggio: «Gli ebrei che hanno troppo potere ?
Tendenzioso e fuorviante
(oltre che razzista) il sito effedieffe riprende e diffonde in italiano tutte le leggende sulla 'lobby neo-con' composta di ebrei e di loro servitori, fondata da un filosofo ebreo, che opera con una strategia oscura, kabalistico-trotzkista, per assicurare il dominio degli ebrei sul resto del mondo dopo la quarta guerra mondiale.
Che bel sito di MERxA
» [così nel testo].
Quest'ultima nota su «un filosofo ebreo che opera con una strategia oscura kabbalistico trotskista» mi lascia perplesso: possibile che non abbiano mai sentito nominare Leo Strauss, il docente dell'università di Chicago di cui i più famosi neocon americo-israeliani si dichiarano allievi e a cui ispirano la loro politica?
E parlo di Wolfowitz, Kristol, Kagan, eccetera, vistosi opinionisti e ministri, e che tutti si dichiarano apertamente parte di una lobby potente.
Possibile che non conoscano gli scritti fondamentali di Shadia Drury sullo sfondo kabbalistico-trotzkista (e nichilista amorale) di Strauss, sul suo elogio della doppiezza?
O almeno il romanzo di Saul Bellow, «Ravelstein», dove in questo Ravelstein è satireggiato Paul Wolfowitz, descritto appunto come un allievo di Leo Strauss, il filosofo che magnificava l'efficacia politica della menzogna?


No: secondo i colti giovani ebrei, tutto ciò è solo una «leggenda» complottista, un'invenzione di Blondet e di altri antisemiti.
Ci dev'essere qui un fenomeno che la psicanalisi può spiegare: Freud lo chiamò «rimozione». Rimozione delle verità sgradevoli in quella discarica dell'anima chiamata «subconscio», e che non tutti possiedono.
Solo chi ha qualcosa da nascondere, soprattutto a se stesso.
Ma forse, come sempre, la spiegazione è più semplice: ignoranza.
Infatti un altro sito che mi segnala spesso, «Informazione corretta» di Angelo Pezzana,  scrive che su Effedieffe appaiono articoli «ricolmi di una erudizione stravagante e fantastica».
Come si vede, una cultura non elementare e televisiva è in sé sospetta di antisemitismo, di questi tempi.
Ma di Pezzana è prudente parlare poco: già noto come militante gay, ora lo ritrovo come attivista likudnik.
Appartiene insomma non ad una, ma a due lobbye le più potenti del tempo presente.
Perciò, rispettosamente, posso suggerirgli un metodo molto semplice per sbugiardarmi: anziché spargere qua e là aggettivi insultanti o demonizzanti come antisemita, «stravagante», e così via, può smentire i fatti di cui scrivo.
Siccome scrivo di dati di fatto, questi sono facilmente smentibili, basta portare le prove che le nostre citazioni, poniamo, di Walt e Mearsheimer (i due autori di «The israeli lobby») sono false.
O che è falso che il rabbino Dov Zakheim, viceministro al Pentagono al momento dell'11 settembre, è il padrone di una ditta, la System Planning Corporations, che vanta la produzione di un apparato capace di «teleguidare da terra fino ad otto aerei contemporaneamente».


O che quell'11 settembre, la polizia di New York non arrestò cinque giovanotti israeliani che si fotografavano, esultanti, sullo sfondo delle torri in fiamme… eccetera, eccetera.
I fatti sono lì.
Le mie fonti sono indicate a piè di pagina, il che non avviene negli articoli di Pezzana e nemmeno de Il Corriere.
Pezzana o Yakov Levi possono facilmente controllare le fonti, e smentirmi.
Allora  potrebbero legittimamente chiamarmi antisemita.
Altrimenti, ad essere antisemiti sono i fatti.
E' tempo forse di riservare tali aggettivi, «razzista e antisemita», agli israeliani, visto che stanno massacrando gran numero di semiti arabi proprio mentre scrivo.
Ma forse Pezzana, che giudica «fantastica e stravagante» una buona cultura umanistica di livello liceale nutrita da una documentazione giornalistica, farebbe bene ad astenersi dal giudicare quel che non ha i mezzi per capire.
Dev'essere invidia del pene.
A meno che costoro non vogliano criticare e smentire, ma schedare, discriminare, o peggio: segnalare un bersaglio a chi di dovere.

Maurizio Blondet



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