lunedì 31 dicembre 2007

Fw: Lakota

 

                                                                                                        1877 - 2007

          A  centotrent'anni dall'assassinio di Cavallo Pazzo a Fort Robinson

 

               LAMPI  SULLE  COLLINE  NERE

 

di    Rutilio Sermonti

 

   In tempo di citrullaggini sulle radici dell'Europa, ci piace riflettere su altre radici, quelle degli Stati Uniti d'America, di assai più facile individuazione. Infatti le radici degli USA consistono proprio nel non avere radici. Non che la gente che li fondò non avesse ascendenti storici, anzi, ne aveva molteplici ed eterogenei, ma la detta fondazione consistette appunto nel dare un taglio a quel tipo di radici, auto-proclamandosi nuovi profeti e inventori della super-civiltà,  ossia novus ordo seclorum.

   Filosoficamente parlando, non è che la loro concezione fosse del tutto nuova. Era uno strano intruglio bigotto tra giudaismo biblico e calvinismo, con la soda frizzante di forte dosi di presunzione, tipica degli immaturi. Ma, come tutte le cosiddette ideologie, anche quella non era che un grembiulino, confezionato e ricamato per coprire un sottostante modo di essere, la cui vera natura è più chiaramente rivelata dalle costanti del modus operandi che dai sermoni.  Nel caso della neo-nazione americana, il fatto che le ideologie debbano la loro fortuna solo alla loro idoneità a santificare a-posteriori il modo di essere ed operare prescelto (basta pensare alla fortuna "politica"della stupidaggine evoluzionista), emerge lampante dalla circostanza, apparentemente inesplicabile, che la presunzione ebraica di essere il "popolo eletto"  e quella yankee del "destino manifesto" di dominare la Terra, anzichè determinare una spietata lotta tra Popolo Eletto e Popolo Eletto Bis, hanno fatto dei due culo e camicia . E' che non sono i ricami sui grembiulini ideologico-religiosi che contano, nella storia, ma i comportamenti che essi intendono legittimare, E giudaismo e calvinismo, come paramenti sacri e lava-coscienze del profano americanismo, vanno ugualmente a meraviglia ! 

    Basta percorrere il breve iter dei due secolucci o poco più di storia della nazione americana, per essere immediatamente colpiti dalla costanza dei criteri operativi che la contrassegnarono sin dal suo embrione. Essi furono tre: avidità, frode e violenza. Dopo che, alla fine degli anni Venti del secolo scorso, quei tre cattivi consiglieri portarono il capitalismo di modello Rothschild alla nota tremenda crisi, i governi USA vi posero rimedio nazionalizzando la più florida e redditizia delle attività economiche locali, e cioè il gangsterismo, eretto a sistema di Stato in politica interna come estera. E sappiamo bene come avidità, frode e violenza abbiano potuto, in tal modo, fare un enorme salto di qualità. Sono potute persino giungere, in questo dopoguerra, alla mirabile fusione tra loro, grazie all'invenzione, da parte della nazione-gangster, dell'inedito delitto di "truffa a mano armata", consistente nell'escogitare inganni, anche grossolani, costringendo le vittime riottose, con la brutale violenza omicida, a farsi ingannare (ringraziando pure !). E ha funzionato !

   Ha funzionato, grazie all'immensità della stupidaggine e della viltà umana, sua complice primaria.

   Ma è farina del diavolo, di cui la saggezza popolare (quella vera e antica, non quella "democratica") dice che va tutta in crusca.. Può "rendere" per un poco; magari per parecchio, ma il primo vento fresco se la porta via, come la pula.

   Quel 5 settembre 1887, la smisurata potenza militare statunitense , dopo la batosta del Little Bighorn, toccò con mano che affrontare sul campo tipi come Toshinko Widko (Cavallo Pazzo), il condottiero Lakota Oglala che beffava la morte, era cosa assai spinosa, e adottò allora il metodo a lei congeniale di invitarlo a un colloquio di pace, ed ivi piantargli a tradimento una baionetta nelle reni. Semplice, economico e con risparmio di "giovani vite americane" ( di spirito pratico gli Yankees non mancano certo !). Cominciò, con quel delitto, l'opera programmata di cancellazione dei cosiddetti Sioux ( nome wasichu delle tre nazioni affini dei Lakota (o Teton), dei Nakota (o Jankton) e dei Dakota (o Santee), conclusasi tredici anni dopo con l'altro glorioso e proditorio assassinio del grande Lakota Hunkpapa Tatanka Iota-ka (Toro Seduto),

   E sui fieri e indomabili Lakota calò il silenzio di morte, nè più ebbero l'onore di menzione dalla bocca di alcun  Grande Padre Bianco pontificante a Washington. Pensò solo la letteratura popolare (e, di li a poco, il cinematografo) a demonizzarli e schernirli, in mucchio con gli altri "indiani", come pazzi urlanti e assetati di sangue. Niente di nuovo sotto il sole, insomma. Sembravano, per oltre cent'anni, i Lakota e la loro eroica e impari lotta, condannati definitivamente ad essere solo uno sgradevole ricordo. Persino sulle Colline Nere, i Pa-Sapa già sacri a quei popoli, i bianchi senza onore scolpirono sul crinale roccioso, a supremo sfregio, le facce idealizzate dei loro profani Presidenti che li avevano guidati al genocidio. Allo sterminio fisico si aggiunse così la morte storica.

    Ecco, invece, il primo soffio di vento.  Poco più di un secolo era trascorso dall'infamia di fort Robinson, che sulle colline profanate esplodevano le mine e rombavano i martelli perforatori per l'edificazione del più colossale monumento di tutti i tempi. Alto 130 metri, un uomo a cavallo emerge grado a grado dalla dura roccia, indice destro teso a additare la sua terra, dove sono sepolti i suoi morti. Il viso, ormai completo, è quello di Cavallo Pazzo, eroe riconosciuto ormai, non solo dei Lakota, non solo degli altri cacciatori e guerrieri delle Pianure, ma di tutti gli Indiani rimasti orgogliosamente tali, dall'Atlantico al Pacifico,  anche- si badi- quelle tribù del sud o dell'estremo Ovest che , al tempo della loro libertà, dei Lakota ignoravano persino l'esistenza. Unendosi coralmente ai generosi sforzi di un architetto europeo, di recente naturalizzazione americana, vergognoso per i delitti infamanti su cui era fondata la sua seconda patria, accordatosi con un vecchio capo Lakota, gli straccioni e mendichi , umiliati e negletti, confinati nelle inospitali riserve rifiutate dall'avidità dei "civilizzati", vollero tutti contribuire, pur nella loro povertà, alla riaffermazione della loro civiltà distrutta.  Ai piedi dell'opera immensa, sorse per volontà e con l'apporto di tutte le tribù ed etnie, il grande Museo dei popoli indiani, i cui proventi vanno interamente ai lavori. A questo punto, l'Uomo della Casa Bianca fece l'astuta pensata di rifarsi il trucco da Grande Padre Bianco offrendo, a sorriso spiegato, il contributo degli States, spergiuri e genocidi,  di ben 300.000 dollari ! Non sponsorizzavano forse i suoi ispiratori e maestri Scarface, Dillinger o Al Capone, scuole, asili o case di cura , magari in misura meno spilorcia ? Ma, quando sulla sua faccia di tolla arrivò lo schiaffo dello sdegnoso rifiuto, probabilmente si limitò a borbottare: tanto di risparmiato ! Nessun brivido gli corse la schiena. Nessun insegnamanto ne trasse. Il Popolo Eletto Bis non accetta insegnamenti estranei. E fece assai male. Qualcosa di inafferrabile si muoveva, in quella sfera che, per un rozzo wasichu, lingua biforcuta, è inaccessibile.

     Ed ecco spirare ora il secondo soffio, ancor più grave e inequivocabile, anche se  stampa e antenne addomesticate si affannano a coprirlo di silenzio. Il consiglio delle comunità Lakota ha pubblicamente ed espressamente denunziato tutti i trattati sottoscritti con i Bianchi, ben 33, in forza dei quali avevano acquistato il passaporto statunitense. Motivo: la plateale violazione di tutti essi da parte dei Visi Pallidi. E' semplicemente il principio di diritto romano: inadimplenti non est adimplendum. La conclusione della  motivatissima dichiarazione, ufficialmente comunicata alle "autorità", è drastica: NON SIAMO PIU' CITTADINI DEGLI STATI UNITI D'AMERICA.

    Queii trattati - hanno dichiarato e sottoscritto i rappresentanti di tutte le tribù- sono stati violati a più riprese, per privarci della nostra cultura e delle nostre usanze e per rubare le nostre terre. Le consideriamo quindi, da oggi, carte senza valore. Ebbene. confrontiamo tali chiare espressioni con quanto Toro Seduto aveva gridato in consiglio nel 1869, per dissociarsi dalla linea "conciliativa" di Nuvola Rossa. " Quale patto il Bianco ha rispettato e noi abbiamo infranto ? Nessuno ! Quale patto l''uomo bianco ha mai fatto con noi e poi ha rispettato? Nessuno! ". 

    E' quindi, quella dei Lakota del XXI secolo, la rivendicazione piena della posizione dei loro antenati del XIX., senza rinnegamenti nè pentimenti di sorta. Ma -quel che più conta, e dovrebbe allarmare Condoleezza & C. ben più che Al Qaeda - è che, dopo due secoli di naturalizzazioni americane invocate e ambite, E' LA PRIMA SNATURALIZZAZIONE  ! 

   Se il fenomeno si estende (e non poche ne sono le avvisaglie), come pensano di fronteggiarlo i Padroni del mondo ? Sganciando bombe nucleari "mirate" a casa propria ? O forse distribuendo coperte all'uranio impoverito, in luogo del vaiolo di un tempo ? Che il colosso dell'Occidente si avvii piuttosto a fare la fine dell'altro tracotante colosso pseudo-antagonista ? L'avvenire, dicevano i nostri Padri, è sulle ginocchia di Zeus. 

   Comunque: onore e successo ai Lakota, dei quali ci siamo sempre sentiti fratelli in ispirito !                                                                                                        


 

lunedì 24 dicembre 2007

Comunicato Stampa

 

 

 

 Cresce sulla rete la petizione al Presidente della Repubblica promossa dal Comitato per Foggia Città Martire e per la istituzione di un GIORNO DEL RICORDO per tutti i civili italiani  caduti sotto i bombardamenti anglo-americani. Mentre Foggia fu la città italiana con la percentuale più alta di vittime in rapporto al numero della popolazione, la data prescelta per il Giorno del Ricordo è il 20 OTTOBRE, anniversario del massacro di Gorla (periferia di Milano) nel quale,nel 1943, sotto le macerie della loro scuola elementare, perirono 220 bambini più le loro maestre e la Direttrice .

 Alla raccolta delle firme hanno aderito personalità del mondo accademico e della cultura tra cui il Prof. Franco Cardini dell'Università di Firenze, lo storico Nello Gatta e padre Jean Marie Benjamin da  sempre, quest'ultimo,  in prima fila nel denunciare la barbarie americana che anche negli ultimi anni ha desertificato un paese di civiltà millenaria come l'Iraq.

 Tra le prossime iniziative del Comitato l'organizzazione di un convegno nazionale a Roma nel quale verrà presentato un libro bianco sulle stragi americane negli anni del secondo conflitto mondiale.

domenica 9 dicembre 2007

Nasce il Comitato


Comitato per FOGGIA CITTA’MARTIRE e per la istituzione di un Giorno del Ricordo per tutte le vittime italiane dei bombardamenti anglo-americani nella seconda guerra mondiale

 

 

 

    Nel corso del secondo conflitto europeo molte città europee furono sconvolte dai bombardamenti a tappeto condotti dagli alleati, bombardamenti che provocarono oltre ad immani distruzioni, decine e decine di migliaia di vittime tra i civili. Più noto tra tutti il bombardamento di Dresda in Germania, il 17 febbraio 1945, condotto con bombe al fosforo, ordigni tra i più micidiali. Anche l’Italia conobbe gli attacchi terroristici indiscriminati portati a termine dai famigerati “liberatori”. Tra le altre Milano, Genova, Napoli, Torino, Firenze, Parma, Roma, Treviso, Taranto, Cosenza, Novara, Foggia, Salerno, Crotone, Viterbo, Avellino, Lecce, Bari, Orte, Cagliari, Carbonia, Civitavecchia, Benevento. Frascati (rasa al suolo), Pescara soffrirono gli attacchi proditori anglo-americani con migliaia di morti ovunque. Solo gli inglesi sganciarono sulla penisola circa 2.740 tonnellate di bombe, gli americani oltre 200.000.

    Tra tutte le città italiane, quella che in percentuale in relazione al numero degli abitanti, ebbe il massimo numero di vittime fu Foggia. Nel tremendo bombardamento del 22 luglio 1943 settantuno "Fortezze" americane, appartenenti al 97° ed al 99° Gruppo, colpirono tutta l’area cittadina. Nella spaventosa  incursione del 19 agosto 1943,  centosessantadue "Fortezze" e settantuno "Liberators" sganciarono sulla città 586 tonnellate di esplosivo. Tra il 28 maggio, data del primo attacco,  e il 18 settembre 1943 si calcola che le vittime furono 20.241. Ai bombardamenti seguirono i mitragliamenti su tutta l’area cittadina, diretti non sui militari ma su chiunque si trovasse a camminare per strada.

     Per tali ragioni un gruppo di cittadini italiani di varia estrazione politica e sociale, studiosi della storia e della cultura della nostra Nazione, ha inteso costituire un Comitato per proclamare Foggia, alla quale è già stata assegnata la M.D'ORO al Valor Civile in data 22/11/59 e la M.D'ORO al Valor Militare in data 2/5/06, città martire e contestualmente individuare una data per ricordare degnamente  tutte le vittime dei bombardamenti alleati sulla penisola italiana. La data che il Comitato propone è quella del 20 ottobre. Il 20 ottobre 1944 infatti una formazione di aerei angloamericani B24 e B27 era in missione per bombardare le officine Breda e la stazione ferroviaria di Greco in prossimità di Milano. Per un errore di calcoli gran parte degli aerei si trovò nell'impossibilità di colpire i bersagli strategici prefissati. Nonostante la consapevolezza di ciò, alle ore 11,24 gli aerei, prima di rientrare, sganciarono comunque le bombe in una zona abitata e priva di ogni obiettivo militare. Uno degli ordigni esplosivi da 500 chilogrammi centrò la scuola elementare Francesco Crispi di Gorla (Milano) durante le ore di lezione mentre gli alunni stavano scendendo nel rifugio. Ci fu un'esplosione devastante che sventrò completamente l'edificio scolastico seppellendo sotto le macerie oltre 200 bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni, la Direttrice, 14 insegnanti, 4 bidelli e un'assistente sanitaria, da aggiungersi agli altri 480 morti di quel bombardamento.

 

    Il Comitato promotore, presieduto da Alessandro Mezzano (Città della Pieve- PG),  costituito da Adriano Rebecchi (Verbania), Salvatore Bocchieri (Milano), Elio Geri (Lodi), Alessio Borraccino (Amelia), Giuseppe Corallo (MI) Rutilio Sermonti (Montecompatri), Nicola Cospito (Roma), Simone Perticarini (Fermo), Celsio Ascenzi (Colli del Tronto),  Cataldo La Neve (Brindisi), Benito Sarda (Enna), Gennaro Sorrentino (Pomezia), Mauro Chirizzi  (Udine),che ha già inviato una lettera alle istituzioni dello Stato, a partire dal Presidente della Repubblica, è aperto a quanti vorranno aderire.

 

  Le adesioni vanno inviate a Orientamenti Viale Medaglie d’oro 160  00136  Roma o scrivendo all’indirizzo elettronico movnazpop@libero.it.

 

  Per ulteriori informazioni telefonare al n. 339/3547515

 

 

sabato 8 dicembre 2007

Riforme nazionalpopolari


RIFORME NAZIONALPOPOLARI

RIFORMA ELETTORALE

 

Gli avvenimenti della politica italiana che vedono costantemente una sequenza di ricatti politici che i piccoli partiti, determinanti però per la maggioranza, pongono al governo e che, nel migliore dei casi producono immobilismo e non governo,  ripropongono con urgenza e con forza il problema della RIFORMA ELETTORALE per dare al Paese degli esecutivi che, quale che ne sia il colore, siano stabili, autorevoli e non succubi dei ricatti di piccoli partiti o di gruppuscoli la cui unica forza di persuasione sia la necessità dei loro due o tre voti per raggiungere il “quorum” della maggioranza parlamentare.

Riproponiamo qui una proposta politica che già illustrammo nel 2006 e che ci pare quanto mai attuale, sia per la situazione politica contingente, che per ribadire la necessità e l’ambizione di evitare gli inciuci, le pastette, i ricatti e le ingiustificate arroganze di un “mercato delle vacche” che puntualmente si verifica ad ogni crisi di governo e per escludere dal gioco la incostituzionale presenza massiccia dei partiti che, specialmente in tali occasioni, si trasformano da legittimi organismi che raccolgono le idee e l’azione politica dei Cittadini ( unici depositari della sovranità Nazionale ) in veri e propri protagonisti e gestori della suddetta sovranità.

Il parlamento deve rappresentare il Popolo e non essere la palestra dove i Partiti esercitano un potere che la costituzione non ha loro affidato!

Le caratteristiche che un sistema elettorale ideale deve poter dare alla gestione del potere esecutivo, per rispondere alle necessità del governo di una società moderna ed eticamente ben equilibrata sono, per noi, le seguenti:

1° rappresentatività di tutti i Cittadini nel governo o nell’opposizione.

2° Governabilità del Paese che non deve essere in balia dei ricatti e dei veti di chi, pur rappresentando una sparuta minoranza degli elettori si trova ad essere l’ago della bilancia che può determinare l’una o l’altra maggioranza parlamentare.

3° Stabilità e durata delle legislature affinché possano esprimere pienamente con le opere il loro progetto politico e passare poi al successivo esame degli elettori per un giudizio limpido, senza alibi e senza scuse di impedimenti causati da altri.

4° partecipazione attiva dei Cittadini alla formazione della classe dirigente del Paese.

Andiamo ora ad esaminare cosa, secondo noi, si deve fare per ottenere questi quattro risultati.

1° RAPPRESENTATIVITA’: si può ottenere solo con la proporzionale pura e con le preferenze espresse per i candidati scelti.

Ogni altro metodo, sbarramenti, bipolarismo, doppi turni, proporzionale misto e quant’altro, sono solamente una dilatazione eccessiva della rappresentanza indiretta del voto dei Cittadini che diventa talmente lontana dalle opinioni e dalle aspettative degli elettori da perdere ogni legame con esse e da rappresentare invece solo gli interessi a le ambizioni dei mestieranti della politica.

2° GOVERNABILITA’: si ottiene a pieno se il capo del governo viene eletto direttamente dai Cittadini tra una rosa di candidati e se, al partito ( o ai partiti) che sostiene il candidato che ottiene più voti si conviene di dare una congrua maggioranza parlamentare nei due rami del parlamento ( per esempio il 55% del totale dei parlamentari).

Il resto dei parlamentari sarà diviso tra i restanti partiti secondo il criterio della proporzionale pura e cioè con una percentuale che corrisponde esattamente a quella dei voti ottenuti .

In questo modo si avrà anche il vantaggio di avere una opposizione non pregiudiziale come accade ora con i blocchi contrapposti, ma bensì una opposizione dinamica che potrà mutare opinione ed appoggio a seconda dei problemi trattati e delle leggi proposte.

La grande articolazione delle posizioni politiche dell’opposizione costituirà una reale ricchezza e darà maggiori spunti al governo per correggere e migliorare le leggi:

Inoltre la funzione di controllo e di stimolo che è sempre un dovere dell’opposizione sarà maggiormente sfaccettata e comprenderà tutti i vari  punti di vista dei Cittadini.

3° STABILITA’ E DURATA DELLE LEGISLATURE: Al capo del governo, eletto come spiegato nel punto precedente, non potrà mai succedere un altro, diverso capo del governo a causa della eventuale sfiducia delle camere, ma, in questo caso, si ricorrerà obbligatoriamente a nuove elezioni politiche, previo scioglimento delle camere da parte del presidente della Repubblica.

E’ del tutto evidente come, in queste condizioni, ciò avverrebbe solamente in casi del tutto eccezionali e ben motivati in quanto la caduta del governo significherebbe anche il decadere dalla funzione di parlamentare di onorevoli e senatori che si dovrebbero mettere nuovamente in discussione ed al giudizio dei Cittadini.

4° PARTECIPAZIONE ATTIVA DEI CITTADINI ALLA FORMAZIONE DELLA CLASSE DIRIGENTE DEL PAESE: Per ottenere questo risultato si dovrà rendere istituzionale, e quindi obbligatoria, la pratica delle elezioni primarie facendo scegliere i candidati, sia per la guida del governo che per le due camere, direttamente ai Cittadini.

In tal modo si porrà finalmente fine alle “dinastie” parlamentari, alle massonerie politiche, ai clan dei furbetti, alle commistioni di interessi politici con quelli economici poco limpidi, al voto di scambio ed alla usurpazione del potere del “popolo sovrano” da parte della partitocrazia organizzata che ultimamente è arrivata allo sconcio arrogante di nominare, anche formalmente, le candidature politiche..!

Naturalmente questo schema elettorale è trasferibile a tutte le altre elezioni regionali, provinciali e comunali,  e , per quanto possibile in quelle Europee, il che darebbe, oltre tutto, una omogeneità di criteri che sanerebbe un caos normativo incomprensibile ed ingiustificabile che oggi informa le regole elettorali di queste istituzioni.

Certo, la nostra proposta è senz’altro perfettibile.

Si potranno introdurre parametri e considerazioni che ci siano sfuggite, si potranno lubrificare gli ingranaggi e smussare gli spigoli, purché non si stravolgano i concetti informatori di base!

E’ giunta l’ora di mettere ordine, logica, buona fede ed efficienza nelle leggi che regolano il diritto-dovere dei Cittadini a scegliersi chi li governerà non per conquistare il potere, ma per spirito di servizio e, nello stesso tempo di ridare al popolo quella sovranità prevista dalla costituzione ed usurpata negli anni dalle segreterie politiche dei partiti e dai loro capi, spesso coinvolti poco limpidamente in trame di interessi privati, leciti ed illeciti, che comunque nulla hanno a che fare con l’amministrazione ed il governo della cosa pubblica!

Il bipolarismo predicato dal centro destra e dal centrosinistra come la panacea universale altro non é che la cristallizzazione e la istituzionalizzazione del sistema oligarchico partitocratico che esclude sempre di più il popolo dalla partecipazione alla gestione del governo del Paese.

E’ giunta l’ora di ribaltare la situazione e di mettere i partiti al servizio dei Cittadini anziché i Cittadini al servizio dei partiti…!

 

Alessandro Mezzano