lunedì 25 maggio 2009

L'ultima sparata


L'ultima sparata in ordine di tempo di Berlusconi è l'annuncio di voler lanciare una raccolta di milioni di firme per una proposta di legge che riduca il numero dei parlamentari italiani, deputati e senatori.

La proposta è di quelle che vellicano il popolo dei cittadini contribuenti ed elettori, sicuramente un po' meno il numeroso "popolo" dei deputati e dei senatori che dovrebbero prepararsi ad una guerra fratricida e all'ultimo sangue sui pochi posti che resterebbero da contendersi.  

Personalmente riteniamo che non conti tanto il numero dei parlamentari ma la loro qualità, competenza e indipendenza dalle lobby e dalle logge dei padroni di turno.

Meglio sarebbe trasformare una delle due assemblee in un'assemblea degli eletti e dei rappresentanti delle varie categorie del lavoro, della produzione e delle professioni, gli unici con le competenze specifiche per legiferare sui grandi temi della vita sociale ed economica della Nazione, ovviamente, senza chiamare tutto ciò corporativismo, per carità.

Quello che puzza nella vicenda è però il fatto che si voglia percorrere una trafila così lunga: raccolta di milioni di firme, loro controllo, iscrizione della proposta nel calendario dei lavori parlamentari ecc.ecc.

La maggioranza berlusconiana, con annessa appendice della Lega, è schiacciante, può far passare in pochi giorni, in Commissione o in aula, tutto quello che vuole senza problemi come si è visto per le leggi porcata o ad personam, ultima in ordine di tempo il lodo Alfano.

Perché allora scegliere una strada lunga e non presentare subito un disegno di legge che, oltretutto, non avrebbe bisogno nemmeno del voto di fiducia visto che sembra che anche buona parte dell'opposizione è disposta a votarlo?

Probabilmente, quella di ridurre il numero dei parlamentari è solo l'ultima trovata del funambolo di Arcore, per strappare gli applausi ed il consenso dei suoi tanti sostenitori, creduloni e illusi, un colpo ad effetto come si usa al "grande fratello" o "all'isola dei famosi".

Il governo Berlusconi sta perdendo colpi, non ministri perché quelli poco alla volta stanno aumentando e la crisi dilagante non fa presagire niente di buono, ecco quindi la necessità di spararle sempre più grosse per imbonire le masse.

Adesso restiamo in attesa della prossima.

 

Adriano Rebecchi

Ufficio Politico del MNP

  

 

lunedì 11 maggio 2009

IL MNP si asterrà alle elezioni di giugno. Appuntamenti a Cameri e a Taranto


Movimento Nazional Popolare

Direzione Nazionale

Roma

 

 


 

 

 

   Si è svolta ieri, domenica 10 maggio, a Roma Isola Farnese, la prevista assemblea del Movimento Nazional Popolare. Presenti camerati venuti da diverse parti d'Italia e delegazioni di altre comunità militanti. Aperti i lavori dal Presidente Nazionale Rutilio Sermonti, relazioni politiche sono state svolte dai dirigenti dell'Ufficio Politico Nicola Cospito, Adriano Rebecchi e Massimo Tirone i quali hanno osservato come ormai la crisi del liberismo in Italia, in Europa e nel mondo sia arrivata ad un punto di non ritorno. Tale crisi, destinata ad aggravarsi data l'insipienza dei governi incapaci di mettere mano ai provvedimenti necessari, determinerà un ulteriore crollo del potere d'acquisto dei salari, un aumento vertiginoso della disoccupazione, una crescente insicurezza nella vita dei cittadini, minacciati da una criminalità sempre più aggressiva e fuori controllo. Anche la situazione internazionale resta minacciosa davanti alle tensioni create dal governo isrealiano nello scacchiere mediorientale con l'occupazione della Palestina e i continui massacri di cittadini inermi nella striscia di Gaza. A fronte del crollo del liberismo, il governo italiano appare sempre più succube dei poteri forti,  dilapida il denaro pubblico in imprese senza senso come l'avveniristico ponte sullo stretto di Messina e non si cura affatto della crisi della giustizia, del caos dilagante nella scuola, dell'emergenza abitativa,  di una effettiva ripresa dell'economia che offra alle giovani generazioni un futuro che non sia di miseria.

In questo senso e  su questa strada il MNP si presenta come forza di opposizione totale  al berlusconismo corrotto e corruttore delle coscienze, come forza antagonista tanto alla destra invertebrata neoantifascista quanto alla sinistra, anch'essa ormai espressione delle lobbies e dei potentati più o meno occulti.

 Di fronte alla inutilità del parlamento europeo come istituzione, di fronte ad una legge elettorale truccata che blinda i gruppi di potere e i comitati d'affari che si autodenominano Partiti, il MNP alle prossime elezioni di giugno opterà per l'astensione, aderendo all'appello del Fronte del NO. E questo anche perchè i gruppi cosiddetti di area ancora non sono riusciti a scrollarsi davanti alla opinione pubblica italiana l'immagine di ininfluenti appendici del centrodestra. Se infatti questi gruppi alle europee corrono da soli, ben diversamente stanno le cose nelle elezioni amministrative  dove gli accordi con il PdL vanificano ogni parvenza di opposizione.

 

Nel dibattito che è seguito e al quale hanno partecipato Pino Convertini di Locorotondo (BA), Guglielmo Lolli Ghetti di Roma, Gianni Pipi di Sacrofano (RM), Benito Sarda di Barrafranca (EN), Celsio Ascenzi di Colli del Tronto (AP), Vincenzo Russo di Civitavecchia (RM), Gero Gargiulo di Roma, Filippo Giannini di Cerveteri (RM), Giorgio Vitali di Roma, Piero Puschiavo (Fiamma Tricolore di Verona), tutti gli intervenuti, anche in varietà di opinioni sulle tattiche politiche da adottare, hanno concordato che dopo le elezioni del 6/7 giugno bisognerà guardare al futuro trovando una unità operativa capace di restituire efficacia al ruolo politico dell'area antagonista. Una unità che dovrà nascere non dalle riunioni di vertice ma nelle iniziative concrete tra la gente e per la gente, nella prospettiva dii un'Assemblea Costituente che raccolga le forze all'insegna dell'antico motto Una sola Idea un solo Movimento !

  In questo senso, Cospito, concludendo la riunione, ha lanciato l'idea di due appuntamenti importanti, uno al nord, in Piemonte, il 18 ottobre,  davanti alla base militare di Cameri (NO) dove è in costruzione l'F35, un pericoloso aereo da bombardamento americano ed un altro sempre nel prossimo autunno, nella città di Taranto, per protestare contro il disastro ambientale causato dagli stabilimenti del'ILVA. Taranto infatti, per la forte concentrazione di diossina, è da considerare come la città più inquinata d'Europa. Ad aderire a queste iniziative saranno chiamati tutti i gruppi e tutti i  movimenti di opposizione nazionale.

Su questi appuntamenti nei prossimi giorni verranno diramati comunicati più dettagliati.

 

Il MNP

Ufficio Politico

11 maggio 2009