mercoledì 26 gennaio 2011

Italia dove vai?

MOVIMENTO NAZIONAL POPOLARE
FEDERAZIONE PROVINCIALE BARLETTA-ANDRIA-TRANI

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NEL 508°ANNIVERSARIO DELLA DISFIDA DI BARLETTA,
IL MNP LANCIA DA BARLETTA LA SFIDA DI ALCUNI UOMINI LIBERI E CORAGGIOSI CONTRO IL SISTEMA CHE DANNEGGIA COME SEMPRE IL POPOLO !
Domenica 13 febbraio ore 11.00

AUDITORIUM S.ANTONIO
Via S.Antonio (nei pressi del Poliambulatorio ASL)
Barletta
PRESENTAZIONE DEL MOVIMENTO NAZIONAL POPOLARE.

CONVEGNO SUL TEMA “ITALIA DOVE VAI ?”
FAMIGLIA-SCUOLA-LAVORO-FUTURO PER I NOSTRI FIGLI-SANITA’-PENSIONI-SICUREZZA

Intervengono:
Michele Labbate
(Coordinatore Provinciale)

Prof. Nicola Cospito
(Coordinatore Nazionale)
LA CITTADINANZA E’ INVITATA A INTERVENIRE

Tesseramento 2011

 
Simbolo MNP 21
TESSERAMENTO 2011
Dalla fedeltà alle radici la forza per costruire il futuro

E' aperto il tesseramento per il 2011 al Movimento Nazional Popolare.
Qui la scheda d'adesione da restituire compilata all'indirizzo del MNP
unitamente al versamento di 25 euro sul cc. postale n. 56411630.
I nuovi aderenti riceveranno la tessera con il timbro 2011
I militanti già tesserati riceveranno il bollino da aggiungere nell'apposito spazio
Per ricevere anche il Manuale del militante nazional popolare versare 30 euro invece di 25.
Il manuale del militante2

domenica 16 gennaio 2011

Banchetti del MNP

Sabato 22 gennaio alle ore 15. 00 MPN, FN E MNP saranno in piazza del Popolo a Roma per una presenza militante. Ottima riuscita ieri dei banchetti di FN a Piazza Re di Roma e a piazza Cola di Rienzo per le dimissioni di Alemanno.
IL MNP
Ufficio Politico

sabato 15 gennaio 2011

La vittoria della paura


La vittoria di misura del SI al referendum FIAT ha mostrato come davanti al ricatto di Marchionne sia prevalsa la paura, soprattutto da parte dei cosiddetti "colletti bianchi", il cui voto ha determinato l'esito della consultazione. Questa vittoria, che significa un aumento del carico di lavoro per gli operai, oltre alla violazione dei diritti al riposo, ai giorni di malattia ecc. non porterà, come qualcuno sta cercando di gabellare,  ad un rilancio dell'azienda. Nella FIAT infatti restano sul tappeto i problemi principali che sono: mancanza di una dirigenza credibile, mancanza di progetti seri, incapacità di battere la concorrenza. La FIAT infatti negli ultimi anni è andata giù non per colpa degli operai e della scarsezza della produttività in termini quantitativi, quanto invece per la mancanza di investimenti nella ricerca tecnologica,  per la mancanza di modelli di auto al passo con i tempi e con la produzione delle altre case automobilistiche europee, per la sua politica borsistica e finanziaria che ha fatto passare tutto il resto in secondo piano.. Le auto FIAT infatti, affollano, invendute, i magazzini e di certo non sarà l'aumento della produzione numerica a risolvere i problemi. Gli europei infatti, gli italiani innanzi tutto, continueranno ad acquistare auto di altre marche.
Di fronte  a questo sfacelo, il governo Berlusconi resta indifferente e anzi prende posizione a favore degli industriali fedifraghi e incapaci. Il mondo liberista esulta perchè vede inaugurata un'altra stagione di arroganza, prepotenza e sfruttamento. Una vergogna per il mondo del lavoro e per tutto il Paese.
Il Movimento Nazional Popolare resta al fianco dei lavoratori coraggiosi che hanno saputo dire NO  per difendere i loro diritti e la loro dignità.
Nicola Cospito
Ufficio Politico MNP

giovedì 13 gennaio 2011

Solidarietà agli operai in lotta


Il MNP esprime solidarietà agli operai in lotta in difesa della loro dignità
Le parole di Berlusconi favorevoli alle minacce di Marchionne sulla possibilità della FIAT di lasciare l'Italia, mostrano a chiare lettere quanto il cavaliere di Arcore abbia in considerazione gli interessi del paese. Berlusconi, dimostra ancora una volta di essere un traditore della nostra nazione. Dopo la suddditanza agli Stati Uniti che è costata all'Italia la partecipazione a due guerre criminali, adesso mostra la sua connivenza con le scelte antioperaie e antiitaliane dell'A.M. della FIAT. Il Movimento Nazional Popolare nello stigmatizzare l'atteggiamento irresponsabile di Berlusconi e l'arroganza di Marchionne, ribadisce la sua solidarietà agli operai in lotta per la loro dignità e i loro diritti.
  Se Marchionne, nel caso della vittoria del No al referendum operaio, dovesse veramente portare la Fiat fuori dall'Italia, il Movimento Nazional Popolare insieme alle forze antagoniste nazionali avvierà contro di essa una campagna di boicottaggio totale.
Il MNP Ufficio Politico
SIMBOLO MNP1

lunedì 10 gennaio 2011

La Fiat ovvero il fallimento del liberismo.

 
Comunicato stampa
Oggetto:  La Fiat ovvero il fallimento del liberismo.
Forza Nuova appoggia le parti sociali e i lavoratori che rifiutano l’accordo proposto (o per meglio dire, imposto) per lo stabilimento di Mirafiori.
Riteniamo che la volontà di Fiat sia di spostare tutti gli investimenti all’estero e che, in realtà, il fatto che Pomigliano, e molto probabilmente, Mirafiori accettino l’ accordo sia per Marchionne un “incidente di percorso” in attesa di trovare una scusa plausibile per chiudere tutti gli stabilimenti italiani.
Come ha scritto Sartori sul quotidiano liberare e liberista per eccellenza, la nostra disoccupazione non è più occasionale, ma strutturale, perché la produzione si sposta definitivamente verso la innumerevole manodopera a basso costo asiatica. Che il Corriere, come tutti i media, scopra questa evidente verità nel 2011 ci fa un po’ dubitare  della libera stampa italiana, che fino ad oggi non ha fatto altro che cantare le lodi del liberismo, che ci avrebbe offerto prodotti di qualità…prezzi bassi….competitività…la mano invisibile del mercato…insomma solo slogan che si stanno sciogliendo come neve al sole.
La verità è che il liberismo è fallito, e l’Europa si avvia verso un declino economico e sociale di lungo periodo. Questo a meno che la politica non riprenda a dettare le grandi linee dello sviluppo economico continentale, strappando questo potere alle multinazionali e alle banche. 
Possiamo cominciare da Fiat: sia il Governo a dettare le condizioni per mantenere i diritti dei lavoratori, se alla dirigenza e alla proprietà non sta bene altre vie sono possibili: la nazionalizzazione, o la chiusura. Dopo tutto quello che l’Italia ha fatto per Fiat, l’unica cosa che non possiamo accettare è l’elemosina degli Agnelli -  Elkann.  

Ufficio Stampa Forza Nuova Piemonte
Via Matilde Serao,11
Torino
345/2953203
Sito Nazionale:  http://www.forzanuova.org

domenica 9 gennaio 2011

La disinformazione politicamente corretta


Negli Usa si è da poco consumata l’ennesima strage, questa volta ad opera di un giovane reduce dall’Afghanistan che aveva dato “evidenti segni di squilibrio”.
Cioè uno dei tanti giovani attratti dai premi d’ingaggio, partiti con lo zaino pieno di sigarette, razioni di superalcolici e di droga, per affrontare meglio il nemico e non temere il pericolo, salvo tornare appunto con “evidenti segni di squilibrio”. 
Ma detta così la cosa non è politicamente corretta ed ecco quindi che, sui giornaloni indipendenti italiani, appaiono le solite inchieste sui gruppi di estremisti bianchi, le solite foto d’archivio con l’immancabile bandiera con la svastica e tutto il solito repertorio sulle “milizie bianche”, sui “razzisti”, sui “suprematisti bianchi” ecc.
Ancora più evidente il lavaggio del cervello fatto dai giornali di sinistra che, oltre al repertorio di cui sopra, tirano in ballo la cacciatrice Sara Pallin (la tosta concorrente repubblicana nella passata corsa alla Casa Bianca), il movimento conservatore dei Tea Party e, nella foga di presentare Gabrielle Giffords (il deputato gravemente ferito nella strage) come la perfetta eroina democratica, la descrivono come una fiera sostenitrice della libertà di abortire, della libertà di ricerca sulle cellule staminali e sulle fonti energetiche rinnovabili e, soprattutto, come FIERAMENTE CONTRARIA AL COMMERCIO DELLE ARMI.
Invece le cose non stanno proprio come vorrebbero far credere i soliti commentatori in servizio permanente effettivo del politicamente corretto.
La parlamentare Usa Gabrielle Giffords, infatti, oltre ad essere uno degli esponenti emergenti del Partito Democratico Usa, è decisamente schierata a favore delle GUERRE CONTRO IL TERRORISMO (cioè per il petrolio!), è l’unica parlamentare che ha un marito ancora MILITARE (è un pilota d’aviazione, veterano della Guerra del Golfo contro l’Iraq e prossimo astronauta) e, infine, si è sempre battuta PER LA DIFESA DEL DIRITTO DEL PORTO D’ARMI.
E’ ora che i gazzettieri e commentatori delle umane vicende comincino a guardare in faccia la realtà e, anzichè dedicarsi ai soliti teoremi politicamente corretti sugli “effetti” causati da un determinato fatto, comincino ad analizzare le “cause” di quel fatto che, nel caso specifico, vanno ricercate nel perchè un giovanissimo soldato, perfettamente sano, è tornato dall’Afghanistan con “evidenti segni di squilibrio”: 
Adriano Rebecchi
Ufficio Politico del MNP 

venerdì 7 gennaio 2011

Perchè il loro sacrificio non venga mai dimenticato



Il tempo per un funerale, l'ennesimo a Roma e, nel gelo di un inverno cupo, arriva il capodanno 1978. Il clima politico è ancora più tetro e raggelante di quello invernale e ne sanno qualcosa i ragazzi della sezione di via Acca Larenzia, che il giorno dopo l'Epifania si ritrovano per decidere cosa fare alla riapertura delle scuole.
La sezione è un povero stanzone chiuso da una saracinesca in un vicolo non transitabile dalle auto perché chiuso da una breve gradinata. Una sezione di estrema periferia, come la Primavalle dei fratelli Mattei, una di quelle sezioni dove si esprime l'anima popolare e sociale della destra italiana: ben lontana dall'immagine borghese, capitalista, arrogante e becera che la stampa, come il cinema o la tv cercavano di darle. Una destra autentica, radicata nei problemi del proprio tessuto sociale; una destra capace di proporre un modello di economia basato sul lavoro e la partecipazione non sullo scontro sociale. In questo senso una destra che faceva molta più paura di quella "pariolina" (o "sanbabilina" a Milano). Questa destra, antagonista nella realtà popolare, che "per definizione" doveva essere di sinistra, andava sradicata con ogni mezzo. E quello scelto per Acca Larenzia fu: la mitraglietta...
E' sabato pomeriggio, si preparano i volantini per un imminente concerto a Roma degli Amici del Vento. Alle 18 i ragazzi escono per volantinare in piazza Risorgimento. In sezione restano solo cinque ragazzi : Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta, Vincenzo Segneri, Maurizio Lupini, Giuseppe D'Audino. Dopo venti minuti anche loro si apprestano ad uscire. In tre sono già fuori quando un commando di cinque o sei giovani, fra cui sembra di scorgere anche una donna, apre il fuoco su di loro. Franco Bigonzetti, colpito alla testa, cade davanti alla porta della sede. Francesco Ciavatta tenta di fuggire lungo la scalinata, raggiunto da una raffica di colpi si trascina per alcuni metri poi rotola giù dalla rampa. Vincenzo Segneri, benché ferito al braccio, riesce a rientrare in sezione e a chiudere la porta blindata.
"Gli assassini non sono ancora sazi di sangue - scrive Adalberto Baldoni in "Il crollo dei miti" (Settimo Sigillo, Roma, 1996) - si fermano davanti alla porta della sezione. Imprecano, bestemmiano poiché non sono riusciti ad ammazzare anche gli altri, prima di raggiungere una Renault 4 rossa, lasciare le armi nel bagagliaio e fuggire a piedi".
I soccorsi tardano ad arrivare. Bigonzetti, 19 anni, studente in medicina, figlio di un impiegato, è ormai senza vita, ma Ciavatta non ha ancora perso i sensi e rantola poche parole, prima di perdere i sensi tra le braccia dei suoi camerati. Morirà durante il trasporto in ospedale, aveva solo 18 anni, era figlio di operai e pochi mesi dopo suo padre, per la disperazione, si suiciderà.
La notizia della strage attraversa Roma come un fulmine. Decine e decine di militanti giungono da ogni parte della città. La tensione è al massimo. Polizia e carabinieri, che hanno effettuato i rilevamenti, confermano la dinamica bestiale dell'agguato. Nei volti delle decine di ragazzi accorsi sul posto c'è sgomento e una rabbia profonda, tanto terribile quanto impotente.
Un operatore della Rai butta con disprezzo (o con colpevole distrazione) una cicca di sigaretta sulla macchia di sangue ancora fresco di Ciavatta. E' la scintilla, volano pugni, calci, interviene la polizia. Urla, bastonate, lancio di lacrimogeni, un'auto dei Carabinieri viene presa a calci. Il capitano Edoardo Sivori impugna la pistola, tenta di sparare, ma l'arma s'inceppa. Prende allora la pistola dell'autista e apre il fuoco ad altezza d'uomo contro il gruppo di missini. Stefano Recchioni, 19 anni, militante della sezione di Colle Oppio, chitarrista del gruppo di Musica Alternativa "Janus",viene colpito in fronte.
Morirà due giorno dopo, il 9 gennaio, all'Ospedale S. Giovanni dopo che, inutilmente, i suoi genitori si erano offerti di donare i suoi organi.
Nei corridoi dell'ospedale dove si sta spegnendo la sua giovane vita si consuma anche il dramma dei suoi camerati. Un dramma non scevro di amare conseguenze. La strage di quella notte s'inciderà, infatti, come un marchio di fuoco e il nome di Acca Larenzia diventerà, per tutta una generazione, sinonimo stesso di martirio innocente e impotente.
Per circa 10 anni le indagini non portarono a conclusioni: solo nel 1988 si scoprì che la mitraglietta Skorpion usata nell'azione fu la stessa usata in altri tre omicidi firmati dalle Brigate Rosse, ossia quelli dell’economista Ezio Tarantelli, dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti e del senatore Roberto Ruffilli.
I colpevoli dell'agguato sono rimasti ignoti e liberi e ciò nonostante la rivendicazione firmata dai Nuclei Armati di Contropotere Territoriale (questa la rivendicazione:”Un nucleo armato, dopo un'accurata opera di controinformazione e controllo alla fogna di via Acca Larenzia, ha colpito i topi neri nell'esatto momento in cui questi stavano uscendo per compiere l'ennesima azione squadristica. Non si illudano i camerati, la lista è ancora lunga. Da troppo tempo lo squadrismo insanguina le strade d'Italia coperto dalla magistratura e dai partiti dell'accordo a sei. Questa connivenza garantisce i fascisti dalle carceri borghesi, ma non dalla giustizia proletaria, che non darà mai tregua. Abbiamo colpito duro e non certo a caso, le carogne nere sono picchiatori ben conosciuti e addestrati all'uso delle armi.”) e le confessioni di una pentita, Livia Todini, che portarono, nove anni dopo i fatti, all'arresto di Mario Scrocca, un infermiere che il giorno dopo essere stato interrogato dai giudici si tolse la vita in cella. Altri tre arrestati: Fulvio Turrini, Cesare Cavallari e Francesco de Martiis furono assolti in primo grado "per insufficienza di prove", come pure Daniela Dolce, rimasta latitante.
Francesco, Franco, Stefano: PRESENTE!

giovedì 6 gennaio 2011

Ogni giorno il Governo ci stupisce


Bisogna proprio riconoscere che questo Governo di arroganti incapaci continua a stupirci.
Ci sono voluti infatti ben 5 giorni, nell’epoca della comunicazione in tempo reale, perchè ci informassero che l’alpino ucciso in Afghanistan è morto in un conflitto a fuoco e non per un tiro isolato e casuale di un cecchino. Probabilmente i 5 giorni se li sono presi per studiare il modo propagandisticamente migliore per raccontare i fatti, in modo di continuare a nascondere agli italiani che là si combatte una vera guerra.
Altrettanto ci sono voluti 5 giorni prima che si accorgessero che i “tagli” decisi dal 1 gennaio alla “manutenzione” e “riparazione” dei computer, fotocopiatori e quant’altro, in uso nei Tribunali e negli uffici giudiziari, avrebbe portato alla paralisi della già disastrata Giustizia.
Non sappiamo quanti giorni ancora occorreranno prima che si rendano conto che i “tagli” alla Scuola, all’Università, alla Ricerca, ai trasferimenti agli Enti locali, alle Forze dell’Ordine, ai Trasporti, ai Beni Ambientali, alla Pubblica Amministrazione,oltre a nuova disoccupazione distruggeranno quel poco, molto poco, che resta dello stato sociale, nel culmine di una crisi che penalizza proprio i più deboli, le famiglie e i ceti medio-bassi.
A questo punto è anche inutile chiedersi quando si renderanno conto che il “mitico” Federalismo porterà solo ad un aumento dei carrozzoni regionali e dei costi, con l’unico vero risultato di fare un ulteriore passo verso quella “secessione” anticamera della distruzione dello Stato unitario e.......proprio nell’anniversario dei 150 anni dell’unità d’Italia.
Non resta che ribadire che prima questo Governo se ne va, meglio è.
E a quelli che si fasciano la testa chiedendosi “dopo cosa succederà”, rispondiamo che sarà molto difficile fare peggio di così.
Adriano Rebecchi
Ufficio Politico del MNP

Promemoria per Veltroni

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Compagno Veltroni,
I telegiornali di oggi 05 Gennaio 2011 ci riportano una sua dichiarazione a proposito della situazione FIAT e delle pretese che Marchionne avanza per fare gli investimenti promessi a Mirafiori in cui lei afferma che:”.. per accettare la proposta di Marchionne la condizione è che venga finalmente applicata anche la divisione degli utili con i dipendenti..”
Vorremmo sommessamente portare alla sua attenzione che quanto da lei richiesto era già stato realizzato con legge dello Stato in R.S.I. nel 1944, da quel cattivaccio di Benito Mussolini ( che era andato anche oltre ) ed aveva preso il nome di “Socializzazione delle imprese”.
I lavoratori, oltre che dividere gli utili dell’impresa, erano presenti nei consigli di amministrazione e un retaggio di questa presenza si ebbe ancora nel dopo guerra con i “Consigli di gestione” che la C.G.I.L , il sindacato politicizzato che faceva riferimento al suo partito di allora, il P.C.I. svendette a Dicembre del 1945 in cambio della scala mobile con il bel risultato che oggi gli operai non hanno più né i consigli di gestione, né la scala mobile..!!
Certamente lei ha fatto un bel cambio di opinione da quando, ragazzotto incavolato, urlava nelle manifestazioni slogan rivoluzionari che rimasero tali dato che lei le palle del rivoluzionario non le ha mai avute, ma i tempi cambiano, gli interessi personali mutano e lei ha, questo sì, un fine orecchio per cantare nel coro e restare sempre a galla a dire niente ed a fare poco!
Negli anni che seguirono è stato il promotore, nella sinistra, di iniziative che sono state “correnti d’aria” , nei fatti vuote e senza riscontro oltre che di scarso significato, inanellando una serie di fallimenti politici e massacrando quel poco che restava dell’unità della sinistra.
Ora deve essere alla disperazione per plagiare così sfacciatamente il Fascismo repubblicano e proporre una specie di socializzazione della FIAT, tra l’altro copiando anche un’iniziativa, naturalmente rimasta velleitaria ed interlocutoria del ministro del lavoro Sacconi che disse le stesse cosa circa un anno fa.
Sembrate dei comici del vecchio avanspettacolo che si rubano le battute..!!
Ci dia retta compagno Veltroni, non parli di cose più grandi di lei e continui a discettare sul sesso degli angeli nel PD dove per altro non troverà cervelli tanto più brillanti del suo modesto e potrà continuare a galleggiare nel mare grigio dell’insipidezza che più le si confà..!
Alessandro Mezzano