giovedì 12 luglio 2012

Monti: un macellaio sociale che non offre soluzioni credibili

 

di Nicola Cospito

affanculo 

  Oggi, dovrebbe essere chiaro a tutti ma purtroppo così non è, è in atto uno scontro tra il mondo della finanza e il mondo del lavoro e dei lavoratori. La finanza, dopo aver soppiantato l'economia reale, imponendo la logica dell'usura e delle speculazioni borsistiche e bancarie, ha deciso di dare un affondo decisivo ai popoli europei e in primis alle popolazioni della Grecia, della Spagna, dell'Italia, del Portogallo. In questo senso l'attacco frontale allo Stato sociale e alle conquiste dei lavoratori ai quali, in Italia, mentre il fascismo aveva restituito dignità e sicurezza, la democrazia liberale sta regalando schiavitù e disoccupazione. In questo quadro, Monti, uomo delle banche, che ieri ha parlato all'ABI, uno dei templi della nuova religione dell'usura, sta giocando il ruolo del macellaio sociale che, oltre a tagliare pensioni, posti di lavoro, sussidi sociali indispensabili a chi comunque è abituato a vivere di poco, attacca la concertazione sindacale e, dopo aver annullato per i prossimi anni i diritti dei lavoratori, continua a sostenere proprio chi la crisi l'ha provocata.

Da bravo iperliberista, Monti, mentre introduce provvedimenti limitativi nei confronti delle spese con il denaro contante, nulla fa per vietare l'acquisto di titoli azionari esteri che comunque comportano la fuga di capitali dal nostro paese. E' il mercato ? E' la logica dello spread. Benissimo. Ma non è la nostra logica, non quella dei nazionalpopolari autentici, Potrà essere magari di qualche impostore che continua nella strategia della confusione anche se con scarsi risultati, ma non è la nostra. Oggi stiamo assistendo all'abbattimento dello Stato Sociale. La logica delle privatizzazioni perseguita dal bandito di Arcore continua imperterrita sotto il governo dei tecnici che poi tecnici non sono ma solo dei volgari peracottari imposti al popolo italiano da quel burattino che corrisponde al nome di Giorgio Napolitano. Quale logica  può esserci, di fronte ad una disoccupazione giovanile che ormai ha raggiunto e superato il 36 %, nel bloccare i concorsi pubblici ? Che logica è tagliare i posti letto degli ospedali quando la gente continua a morire nelle ambulanze ? Come mai questo governo non è riuscito a varare un solo provvedimento mirato alla crescita del paese ? Come mai non si è ancora varata una patrimoniale equa o non si è proceduto ad una saggia riforma della contribuzione attraverso una rimodulazione delle fasce IRPEF ? Come mai si continua a tollerare la giungla del mercato immobiliare (un altro settore responsabile della crisi) dove i prezzi stellari non corrispondono al valore reale delle case ? Ancora , in giro per Roma si vedono  case/nido, di sessanta mq. in vendita a 270.000 euro. Ma stiamo scherzando ? A Berlino con questa cifra, di case così se ne possono comprare quattro. E poi ci dicono l' Europa... Questo ha provocato la crisi. La gente  comune, quella con un piccolo reddito, obbligata a pagare mutui usurai per trenta/quarant'anni ha dovuto rinunciare ad acquistare altro e anche di qui la recessione. I capitali immagazzinati dalle banche e bruciati sull'altare delle Borse. E poi ancora, come mai non si abbassano i prezzi dei prodotti italiani per rilanciare la domanda interna sui prodotti nazionali ? Certo, chi ha sposato altre logiche, quelle ultraliberiste, queste cose non le capisce, non le può capire, perchè sta su altre lunghezze d'onda che comunque con la nostra battaglia politica non hanno nulla a che vedere. Ed ancora: come mai non si investe nell'agricoltura che tanto oggi potrebbe essere di aiuto ai giovani in cerca di un futuro ? L'Italia, prona al Trattato di Maastricht, ha rinunciato alla propria produzione agricola e lascia marcire la terra. E' un dato di fatto.

Oggi invece sarebbe tempo di tornare alla terra, di rilanciare i prodotti italiani e, se questo significa protezionismo ben venga,  se questo significa autarchia, ben venga. Noi non ci siamo convertiti alla globalizzazione e alle sue logiche schiaviste. Noi non ci siamo convertiti al libero mercato e crediamo che governare sia in primo luogo condurre una saggia e accorta politica dei prezzi. Oggi è tempo di bloccare le delocalizzazioni ( anche detassando le imprese) che hanno fatto fuggire all'estero il lavoro e la produzione italiana.

Il governo Monti invece su queste cose tace e lascia fare a Marchionne che sta distruggendo l'avvenire di migliaia di famiglie di lavoratori. 

  Non è un caso che Monti sia  sostenuto da Berlusconi, Casini e Bersani. Ieri, parlando appunto all'ABI, l'Associazione Bancaria Italiana, Monti ha difeso Berlusconi a spada tratta. Do ut des. Così come gli regge il gioco nelle parti. Questo gli italiani lo hanno capito e difficilmente si faranno abbindolare dal cavaliere di Arcore che vorrebbe tornare a galla. 

Per quanto ci riguarda, per quanto riguarda il MNP e le forze alternative al liberismo, la strada è quella della formazione di un BLOCCO SOCIALE che raccolga tutte le forze di opposizione, nazionali e trasversali. Dopo il crollo del comunismo, di fronte allo sfacelo in atto determinato dalla crisi del liberismo, la buona battaglia è di nuovo alle porte e noi faremo la nostra parte con orgoglio e determinazione senza arretrare di un millimetro perchè, come comunque vadano  le cose, la vittoria morale di fronte alla Storia è nostra e solo nostra. A dispetto di scettici, disfattisti e cavalli di troia.

Nicola Cospito

Ufficio Politico MNP

Roma